La preistoria

Archeologia del Periodo Paleolitico nel territorio albinetano

Una grande ricchezza di reperti archeologici, dalle più lontane età preistoriche all’età moderna, contraddistingue il territorio del Comune di Albinea.

Risalgono verosimilmente ad un’epoca non precedente agli ultimi 500.000 anni del Periodo Paleolitico Inferiore (3.500.000-120.000 anni fa) alcuni rari manufatti litici in pietra selciosa locale, tutti pesantemente fluitati, che oggi affiorano tra le ghiaie pedecollinari, trascinati a valle da antichi torrenti in un lontano periodo interglaciale, e che vengono ascritti alla Cultura Acheuleana, rappresentati da qualche hacheraux (asce di pietra) e più numerose schegge, spesse e pesanti, rimodellate a raschiatoi e grossolane punte. Nel territorio albinetano, infatti, non sono mai state repertate finora amigdale, che sono strumenti acheuleani tipici presenti invece in altre zone della fascia sub-appenninica emiliana. Questo scarso materiale litico testimonia la frequentazione dei luoghi da parte di antichi antenati di origine africana, verosimilmente appartenenti alla Specie Homo erectus o Homo antecessor, di cui, a causa dell’acidità dei terreni, sono scomparsi i resti, assieme a quelli dei grandi mammiferi da essi cacciati.

Ben più recentemente, circa 80.000 anni fa, nel successivo Periodo Paleolitico Medio (120.000-40.000 anni fa), hanno cominciato a frequentare la Regione Padana, quindi anche il Territorio Albinetano, gruppi (clan) di Umani di origine europea, appartenenti ad un Tipo Variante della Specie Homo sapiens, denominato Homo sapiens neanderthalensis; qui sono stati trovati, numerosissimi manufatti riferibili alla Cultura Musteriana, propria dei Neandertaliani. Si tratta di strumenti caratteristici, rappresentati da pochi tipi morfologici: coltelli a dorso, raschiatoi, lame, punte, denticolati ed encoches (incavi).

Solo recentemente (2014), due soci del Gruppo Archeologico Albinetano (A. Catalano & P. Magnani) hanno segnalato – sui terrazzi fluviali del Rio Groppo e del Rio Lavacchiello – la presenza di un discreto numero di manufatti riferibili al Periodo Paleolitico Superiore (40.000-10000 anni fa) nel Territorio Albinetano, tutti assai raffinati; si tratta di strumenti in ottima selce, subordinatamente in diaspro e siltite silicizzata, riferibili alla Cultura Aurignaziana e alla Cultura Gravettiana, perlopiù di piccole o piccolissime dimensioni, assegnati a  molteplici tipi morfologici: grattatoi di diverse forme e dimensioni; raschiatoi, bulini  semplici e complessi; strumenti a dorso; punte e puntine semplicemente ritoccate, a cran e speciali (gravettes); schegge e lame ritoccate; lamelle, perlopiù ritoccate, di disparati modelli; coltellini a dorso ritoccato; punteruoli/perforatori; foliati. Fino a questa scoperta, gli archeologi erano convinti che l’uomo anatomicamente moderno, Homo sapiens sapiens, fosse arrivato in questi luoghi tardivamente, nel Periodo Mesolitico (10.000-8.000 anni fa). Secondo i dati più recenti, i frequentatori mesolitici del Territorio Albinetano prediligevano sia le rive dei torrenti al loro sbocco nell’alta pianura, sia i passi appenninici; erano cacciatori abilissimi nell’uso delle armi da lancio (e forse usavano il propulsore). Le industrie mesolitiche sono prevalentemente micro-litiche e comprendono i seguenti tipi morfologici: geometrici e semilune; microbulini; piccole punte di freccia.

Neolitico

Al Paleolitico, dopo una rapida fase di passaggio denominata “Mesolitico”, succede il Neolitico (10.000-5.000 anni fa circa) che è realizzato da Homo sapiens, rimasto unico abitante del pianeta dopo il Periodo Paleolitico Medio.  In questa epoca, sono comparsi i primi oggetti ceramici, mentre gli strumenti litici – in parte almeno – erano sbozzati con la scheggiatura, quindi rifiniti con la levigatura.  La sussistenza si basava sulla pastorizia e sulle prime forme di agricoltura, per cui la popolazione, abbandonata la vita nomade, si era stabilita nei primi villaggi, spesso protetti da argini e canali, dove ha imparato a prevenire eventuali carestie producendo ed immagazzinando derrate alimentari. Nel nostro territorio, il Neolitico è rappresentato da zone di terreno antropizzato, presenti lungo la riva destra del torrente Crostolo (Rivaltella).