Il borgo rupestre

Sul versante settentrionale, ai piedi della rupe, entro l’ampio sbancamento creato dalla cava di gesso di origine romana, sono i resti dell’abitato, abbandonato a partire dalla metà del XIV secolo. Le indagini archeologiche sono iniziate nel corso dell’anno 2001.
L’area indagata ha portato alla luce i resti di un villaggio rupestre formato da più unità abitative suddivise in piccoli ambienti realizzati in parte adattando la parete ed il piano gradinato della roccia – esito di precedenti lavori di cava – ed in parte realizzando murature in ciottoli legate da malta con forte componente di gesso. Le pareti erano rivestite da intonaci, sempre in calce e gesso e sono ancora presenti nicchie, vasche, scalini, oltre agli alloggiamenti delle travi dei tetti e dei piani. Sulla base delle tecniche edilizie riscontrate nel corso degli scavi, si ipotizza che gli edifici fossero composti in parte da strutture lignee: frequenti sono i buchi lasciati dai pali, copertura con coppi e che gli edifici fossero in gran parte formati da due piani sovrapposti. Un sistema di scale scavate nel gesso e viottoli metteva in comunicazione tra loro le varie abitazioni, dislocate a quote differenti.

Il borgo era difeso dalle pareti rocciose della cava, perfettamente verticali, oltre che da una cortina muraria collocata a settentrione.