Al di sotto dell’abside, oltre che all’esterno della chiesa di S. Giovanni Battista, è stata scavata una necropoli la cui fase più antica è documentata dal ritrovamento di 24 tombe di forma antropomorfa.
Le fosse sono disposte in più file ricavate direttamente nel banco gessoso per una profondità di circa 30-40 cm, orientate est-ovest; alcune presentano un pozzetto circolare all’altezza del capo. Caratteristica comune è la mancanza di corredo, probabilmente il defunto era sepolto semplicemente avvolto in un sudario, le tombe poi venivano ricoperte da lastre di pietra.
La datazione al Radiocarbonio effettuata su un reperto osseo recuperato dall’unica deposizione rinvenuta non violata, la datano tra la fine del VII e la metà dell’VIII secolo d.C, anche se l’uso della necropoli continuò fino al pieno medioevo.
La tipologia tombale denota un particolare rituale funerario, diffuso in vari paesi europei.
Questa tipologia denominata anche tombe a logette o tombe antropoidi non ha trovato finora interpretazioni puntuali in ambito scientifico, se non per quanto riguarda l’epoca della loro realizzazione che viene dai più definita bizantina e collocata cronologicamente dal V° all’ VIII° sec. d.C.
Unico elemento artificiale che doveva appartenere ad una tomba, è ora collocato nel muro interno della stessa chiesa castellana. Si tratta di un frammento di lastra sulla quale è scolpita una particolare tipologia di croce (foto), rinvenuta anche nei siti analoghi italiani di Bomarzo (Viterbo) e di S. Cassiano di Lumignano di Longare (Vicenza).