Sabato 11 novembre in sala civica la presentazione del restauro della chiesa di San Giovanni Battista

La chiesa di San Giovanna Battista al castello di Borzano verrà recuperata. Gli interventi di restauro saranno presentati al pubblico sabato 11 novembre, alle ore 16, nella sala civica di via Morandi 9.

Interverranno il vice sindaco di Albinea, Mauro Nasi; la presidente del Gruppo archeologico albinetano, Gabriella Gandolfi; i progettisti Giuliano Cervi, W. Baricchi ed E. Montermini; il direttore dei Beni culturali della Diocesi di Reggio, Angelo Dallasta; il direttore dell’Ente Parchi Emilia Centrale, Valerio Fioravanti e la presidente di Pro Loco Albinea, Antonella Incerti.

Il progetto di recupero andrà a sistemare un edificio che si presenta attualmente in assetto precario, con vistose lesioni longitudinali, particolarmente evidenti nel lato orientale. All’interno invece si osservano altre lesioni che interessano la facciata in corrispondenza del suo innesto nelle volte.

L’intervento sarà rivolto al consolidamento statico strutturale della costruzione con la realizzazione di inserti murari, iniezioni di malte ad alta resistenza e rinforzi consolidanti con l’obiettivo di poterlo riaprire al pubblico e accedere alle importanti sepolture visibili nell’abside. I lavori, finanziati dal PNRR, dovranno essere ultimati entro l’estate 2025.

L’ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

L’oratorio di San Giovanni Battista si trova sulla rupe gessosa, all’altezza di circa 300 metri sul livello del mare (slm), che contiene anche i resti del castello dei conti Manfredi.

Il luogo è particolarmente suggestivo da un punto di vista naturalistico per gli aspetti botanici che faunistici ed è caratterizzato geologicamente da un affioramento di roccia gessosa, tecnicamente denominata “rocce evaporitiche” che per la loro peculiarità e straordinario valore sono entrate a far parte, da quest’anno (19 settembre 2023), dei siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

La posizione dell’edificio, all’estremità orientale del pianoro sommitale, domina da un lato la valle formata del torrente Lodola, interamente coperta di boschi, e dall’altro la sottostante pianura padana. A una quota appena più in bassa della chiesa si apre il “Buco del Cornale” cavità di origine tettonica che fa parte dei fenomeni carsici circostanti.

L’ORIGINE E LA STORIA

L’edificio di culto e l’antistante sagrato sono di proprietà della parrocchia di Borzano.

Da un punto di vista archeologico e storico questo edificio rappresenta uno scrigno il cui contenuto è stato soltanto in parte studiato e indagato.

Non conosciamo la sua origine e solo nel 1229 in un regesto vescovile (Saccani 1926 p. 19) compaiono i nomi dei primi due preti, Borello e Burchio da Borzano rappresentanti della chiesa in diverse controversie. Anche la dedicazione a San Giovanni Battista compare per la prima volta nel 1256, quando Ugo da Borzano portò il titolo di amministratore della chiesa di San Giovanni (Corradini 2007 p. 43).

L’attuale edificio è l’esito finale di varie modifiche di cui è stato oggetto nel tempo e ha riutilizzato costruzioni che appartenevano all’apparato difensivo del castello, ben visibili ad esempio nel corpo della torre laterale sud e nel presbiterio. Ne sono testimoni anche vari elementi quali laterizi romani, conci con iscrizioni e alcune soluzioni architettoniche di varie epoche.  La stessa pietra d’altare in arenaria (m.1,60×0,80×0,20), ritrovata sotto il pavimento del presbiterio, tipica per aspetto e dimensioni degli altari del XII° secolo, per le sue caratteristiche risulta invece essere stata un’ara pagana, probabilmente già esistente in loco prima dell’evangelizzazione del territorio.

Le notizie storiche sono anch’esse scarse. Importante quella del 1437 riguardante la sua istituzione in collegiata plebana, che decretava cioè il fatto di essere divenuta Pieve con diritto di godere dei benefici (rendite) dei terreni sottratti alla Pieve di Fogliano e quello di nominare un canonico. Dalle visite pastorali conosciamo gli altari che vi erano contenuti. Nell’inventario del 17 ottobre 1678 gli altari erano tre: l’altare Maggiore, quello di Sant’Antonio e quello di Santa Margherita.

Nel corso del 1500 molti abitanti si trasferirono a valle dove è l’attuale paese e l’antica chiesa del castello diventò scomoda da utilizzare. Per questo motivo f chiesto di trasferire all’oratorio di Santa Maria della Lodola la cura parrocchiale.

Nel 1597 fu istituito il processo di traslazione e il 5 agosto 1601 venne decretato che nell’antica chiesa del castello si dovesse dire messa soltanto la domenica di Pasqua, alla festa di Ognissanti e il24 giugno, nella ricorrenza di San Giovanni Battista (Progetto Lodola 1989, p. 105).

L’AREA SEPOLCRALE

Il Gruppo archeologico albinetano ha effettuato scavi, sia all’interno che all’esterno della chiesa, per documentare il sepolcreto esistente. Le più antiche e particolari tombe, di tradizione orientale, contenevano sepolture datate al VII – VIII secolo, scavate accuratamente nella roccia gessosa, alla profondità di circa 30-40 cm. e caratterizzate dalla forma trapezoidale con rastremazione in senso longitudinale e il cosìdetto “alveolo cefalico” rotondo o quadrato per contenere la testa del defunto.
Tombe di questo tipo si trovano soltanto in siti rupestri e sono rare in Italia settentrionale. Il caso di Borzano è finora il secondo in Italia per numero di tombe che sono 23 di forma antropomorfa. In assenza di corredo è stato possibile datare i reperti ossei radiometricamente (R14).

STATO DI FATTO DELLA CHIESA

L’edificio è orientato liturgicamente, con facciata a capanna rivolta a occidente. Il suo impianto è ad aula con pareti interne tinteggiate in tonalità bianca. Il pavimento è attualmente caratterizzato da una gettata in calcestruzzo, risalente agli anni 50 del secolo scorso, periodo in cui venne sostituito l’originario pavimento in tabelle quadrangolari di terracotta. Al fabbricato è annesso, verso sud un piccolo ambiente originariamente destinato a sagrestia, unitamente a un altro spazio che costituiva una vecchia cappella sul quale si apre un ingresso secondario. La falda del tetto è sovrastata da un caratteristico campaniletto a vela. La presenza di una serie di filarini in laterizio, ben evidenti in facciata, consegue probabilmente a rifacimenti avvenuti a seguito di precedenti dissesti strutturali.