Dare una risposta a bisogni socio abitativi immediati di persone in difficoltà, coinvolgere la comunità e il tessuto associativo del paese, riqualificare una porzione dell’abitato di Borzano. In estrema sintesi sono questi gli obiettivi che l’amministrazione di Albinea si pone attraverso il recupero di un edificio di sua proprietà, che si trova al civico 6 di via Chierici, nella frazione di Borzano.
Il costo dell’intera operazione ammonta a 950mila euro, di cui euro 630.000 sono stati finanziati attraverso il bando regionale per la rigenerazione urbana che ha premiato il progetto presentato dal nostro comune. I fondi della regione erano destinati al recupero di immobili e aree da destinare a usi sociali e comunitari.
La palazzina di tre piani, oggi inutilizzata e in stato di degrado, verrà completamente risistemata e messa a disposizione del Servizio sociale dell’Unione Colline Matildiche per progetti di ospitalità temporanei della durata di 6+ 6 mesi per tutti quei nuclei che hanno bisogno di soluzioni abitative ponte.
L’edificio si trova in una posizione strategica: è adiacente al borgo storico della frazione, alla Chiesa, al campo da calcio e scuola dell’infanzia Fism. A poche decine di metri di distanza si trovano l’ufficio postale, la fermata dell’autobus, un parcheggio pubblico, un mercatino del riuso, un minimarket e un bar. Su Via Chierici poi, oltre all’imbocco dell’Anello di Ca’ del Vento, troviamo la sede del CEAS, dell’associazione di volontariato “Amici del CEAS” e del Gruppo Archeologico Albinetano.
L’INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE
L’intervento di riqualificazione dell’immobile, composto da due piani, un sottotetto e un piano interrato, sarà totale dal punto di vista sismico, energetico e della sostenibilità ambientale, con conseguente drastica riduzione dei costi di gestione, e miglioramento della qualità dell’abitare.
L’interno dell’edificio, costruito nella prima metà del ‘900, cambierà completamente volto – rispetto all’assetto attuale che vede due miniappartamenti a piano terra e un terzo appartamento al primo piano.
Il piano terra ospiterà uno spazio comune funzionale al cohousing, con cucina, sala da pranzo, soggiorno, lavanderia, e, sul lato strada, uno spazio pubblico/laboratorio, dedicato ad attività sociali, con servizi igienici e la possibilità di utilizzare l’ampia terrazza che affaccia appunto su via Chierici.
Il primo piano comprenderà un mini appartamento e tre camere, di cui una con servizi igienici propri e due con servizi in comune. Il secondo piano, grazie al recupero degli spazi sinora inidonei del sottotetto, avrà un assetto speculare. In totale dunque l’edificio ospiterà 2 mini appartamenti e 6 camere. Gli utilizzatori delle camere potranno avvalersi dei servizi comuni situati a piano terra.
ABITARE SOLIDALE – FINALITA’, GESTIONE, CANONE E TEMPI DI PERMANENZA
Gli alloggi saranno destinati a progetti temporanei che coinvolgeranno, a titolo esemplificativo, neomaggiorenni in uscita da comunità o da progetti di affido, nuclei mamme-bambino vittime di violenza domestica, nuclei famigliari, anziani soli o altri soggetti vulnerabili che necessitino di soluzioni abitative di breve periodo in attesa di trovare soluzioni definitive sul mercato privato o rientrare nella propria abitazione. Gli spazi a disposizione potranno essere utilizzati anche per finalità ricettivo turistiche o rigenerative, coinvolgendo giovani coppie/talenti sociali che vogliano diventare risorsa del nuovo progetto di abitare solidale. La struttura potrà ospitare da un minimo di 10 a un massimo di 19 persone.
Da sottolineare come spazi così creati non sono pensati come soluzione abitativa definitiva, ma destinati a progetti mirati e temporanei, per coloro che necessitino di fare esperienze di vita autonoma in una cornice semi-protetta, o per chi si trovi in una situazione di disagio abitativo di carattere esclusivamente transitorio. Tali situazioni di difficoltà verranno segnalate dal Servizio sociale dell’Unione Terre Matildiche, che stipulerà con i possibili utilizzatori un patto di ospitalità che vada a determinare durata della accoglienza (6+6 mesi massimo), canoni, e altre regole di ingaggio finalizzate alla costruzione di un percorso di vita autonomo.
Un percorso di coprogettazione permetterà di selezionare un soggetto gestore tra gli Enti del terzo settore che parteciperanno alla richiesta di manifestazione di interesse che verrà pubblicata dall’amministrazione comunale nell’autunno, così come richiesto dal bando della regione.
La coprogettazione inoltre andrà a definire le rette (che comprenderanno canone di locazione e spese per utenze) per le diverse tipologie di alloggi quando utilizzati da soggetti vulnerabili indicati dal Servizio sociale stesso. L’ente gestore, una volta individuato, potrà proporre tariffe per l’utilizzo degli alloggi a fini turistici-ricettivi. Questo doppio uso è finalizzato a migliorare la sostenibilità economica della gestione, e aumentare il mix sociale all’interno della struttura stessa.
Un analogo percorso verrà intrapreso con le associazioni del nostro territorio disponibili a contribuire con idee, interessate a utilizzare i nuovi spazi così creati per le proprie attività o a proporne di nuove, allo scopo di rendere il luogo così recuperato bello, vivo e utile per la comunità tutta.