Dal Cep di Albinea alla laurea in Diritto del Lavoro: la bella storia di Gemina Guebre

Ha frequentato da piccola per 7 anni il Centro Educativo Pomeridiano (Cep) di Albinea e questa mattina, a 25 anni, è tornata, ospite in Comune per discutere la tesi. E’ una bella storia quella di Gemina Guebre, da oggi incoronata dottoressa in Diritto del Lavoro all’Università degli Studi di Trento. 105/110 il voto finale dopo la discussione on-line della sua tesi che tratta un argomento di scottante attualità: “Le problematiche giuridiche del fenomeno dei riders nell’epoca della Gig-Economy e le prime istanze di tutela dell’ordinamento giuridico italiano”.

Nata a Reggio Calabria, Gemina si trasferisce ad Albinea nel 1999. Frequenta la scuola elementare e media nel comune e, dal 2003 al 2010, nel pomeriggio fa parte del gruppo di ragazzi iscritti al Cep. Un percorso che, come spiega lei stessa “mi ha permesso di svolgere attività artistiche e culturali come teatro, musica e pittura” e che è stata fondamentale per “fare gruppo con gli altri ragazzi, con alcuni dei quali sono ancora oggi in contatto”.

Gemina ricorda con piacere quei pomeriggi in cui, dopo aver svolto i compiti, partecipava alle iniziative del Centro educativo con grande passione e desiderio di conoscere: “Era bellissimo: andavamo in piscina, giocavamo a calcio e facevamo gite fuori provincia. – racconta – Era anche un modo per evadere dai problemi che avevamo a casa e stare con gli amici. Credo che se non avessi frequentato il Cep non sarei nemmeno andata alle superiori”.

E invece Gemina si è diplomata con 98/100 al Liceo delle Scienze umane con opzione Economica di Reggio e si è iscritta alla Facoltà di Diritto dell’Università di Trento.

E’ stata la prima studentessa del Cep a tagliare il traguardo della laurea, ma altri suoi ex compagni hanno scelto di frequentare l’università e presto questa decisione li porterà a poter indossare la corona d’alloro. Tornando ad Albinea a discutere la tesi Gemina ha chiuso il cerchio di studio della sua vita. E ora?  “Mi piacerebbe una professione che mi permettesse di difendere le categorie di lavoratori più deboli – confessa la neo dottoressa – Se devo pensare a un sogno direi: lavorare al Ministero delle Politiche per il Lavoro o alla Commissione Europea”.