Albinea piange Livio Piccinini, il partigiano Delinger

Albinea piange la scomparsa di Livio Piccinini, il partigiano Delinger. Livio era cittadino onorario del nostro comune, e la notte tra il 26 e 27 marzo 1945 era stato uno dei protagonisti dell’assalto al quartier generale tedesco di Villa Rossi e Villa Calvi. Membro della 26a Brigata Garibaldi, fu insignito della medaglia di bronzo al valore militare. E’ venuto a mancare giovedì 17 settembre nella sua casa di Modena. aveva 96 anni.

Per tutta la vita Livio aveva lottato, prima per riconquistare, e poi per difendere, i valori di libertà e democrazia. E’ sempre stato insieme a noi durante le celebrazioni dell’operazione Tombola ed è stato graitissimo ospite nelle nostre scuole per raccontare la sua esperienza.

La sua scomparsa ci addolora profondamente, ma i suoi insegnamenti e il suo esempio rimarranno per sempre vivi in tutti noi.

Vogliamo ricordarlo con questo articolo corredato da immagini.

LA VITA

Nato da una famiglia di Cavriago, che ha dato praticamente tutti i suoi figli alla Resistenza, giovanissimo lavoratore alle Reggiane, Piccinini fu testimone e protagonista durante l eccidio del 28 luglio 1943 quando convinse l ingegner Roberto Longhi, il padre del Re. 2000 Falco e di altri aerei della serie usciti dalla grande fabbrica reggiana, a non usare un mitragliatore di aereo contro i bersaglieri che avevano già sparato on operai in sciopero uccidendone nove. In questo modo si evitò una ulteriore strage. Nell aprile del 1944 arrivò la chiamata alle armi per la Repubblica fascista di Salò, ma una volta arrivata al centro di addestramento a Casale Monferrato riuscì a fuggire e ritornare nel reggiano.

Da lì prese la via dei monti.

Come nome di battaglia scelse “Delinger”. Da lì diverse azioni. Dalla ardita missione svolta a Ceredolo de Coppi il 20 dicembre 1944 che gli valse la medaglia di bronzo. Con altri partigiani garibaldini, tra cui il disertore tedesco Giorgio Reinert (che poi sarà al suo fianco in Operazione Tombola) e Fortunato “Tombola” Incerti, recuperò da una valigia di pelle le liste dei collaboratori e delle spie al soldo dei nazifascisti e la mappa delle postazioni e armamento dei partigiani della Montagna già in mano alle squadre “anti-Ribelli” tedesche, le quali erano pronte a fare rastrellamenti e rappresaglie di decine di persone. Nell’azione che portò la Resistenza a eliminazione la rete di spie fasciste e salvare la vita a decine di partigiani, venne ferito a morte il capitano tedesco Volkmart Seifert. Per rappresaglia i nazifascisti uccisero pochi giorni dopo a Vercallo dieci partigiani e un civile che erano nelle loro mani, dando fuoco al paese. Nel marzo del 1945, per il suo coraggio venne selezionato dal comandante della 26esima Garibaldi, Gianni Farri, tra i cento combattenti di “Operazione Tombola”: l assalto anglo-partigiano al comando tedesco della Linea Gotica Occidentale insieme a Botteghe di Albinea, a Villa Rossi e Villa Calvi. Durante quell operazione Delinger, dopo aver combattuto con coraggio a Villa Calvi insieme a un gruppo di britannici e garibaldini al suono della cornamusa di David Kirkapatrick, fu nella squadra che portò in salvo i feriti di Villa Rossi: il comandante dei Gufi Neri “Gordon” Monducci e il capitano inglese Micheal Lees. dando fuoco al paese. Nel marzo del 1945, per il suo coraggio venne selezionato dal comandante della 26esima Garibaldi, Gianni Farri, tra i cento combattenti di “Operazione Tombola”: l assalto anglo-partigiano al comando tedesco della Linea Gotica Occidentale, a Botteghe di Albinea, a Villa Rossi e Villa Calvi. Durante quell’operazione Delinger, dopo aver combattuto con coraggio a Villa Calvi insieme a un gruppo di britannici e garibaldini al suono della cornamusa di David Kirkapatrick, fu nella squadra che portò in salvo i feriti di Villa Rossi: il comandante dei Gufi Neri “Gordon” Monducci e il capitano inglese Micheal Lees. dando fuoco al paese. Nel marzo del 1945, per il suo coraggio venne selezionato dal comandante della 26esima Garibaldi, Gianni Farri, tra i cento combattenti di “Operazione Tombola”: l assalto anglo-partigiano al comando tedesco della Linea Gotica Occidentale, a Botteghe di Albinea, a Villa Rossi e Villa Calvi. Durante quell’operazione Delinger, dopo aver combattuto con coraggio a Villa Calvi insieme a un gruppo di britannici e garibaldini al suono della cornamusa di David Kirkapatrick, fu nella squadra che portò in salvo i feriti di Villa Rossi: il comandante dei Gufi Neri “Gordon” Monducci e il capitano inglese Micheal Lees. l assalto anglo-partigiano al comando tedesco della Linea Gotica Occidentale custodito a Botteghe di Albinea, a Villa Rossi e Villa Calvi. Durante quell operazione Delinger, dopo aver combattuto con coraggio a Villa Calvi insieme a un gruppo di britannici e garibaldini al suono della cornamusa di David Kirkapatrick, fu nella squadra che portò in salvo i feriti di Villa Rossi: il comandante dei Gufi Neri “Gordon” Monducci e il capitano inglese Micheal Lees. l assalto anglo-partigiano al comando tedesco della Linea Gotica Occidentale accanto a Botteghe di Albinea, a Villa Rossi e Villa Calvi. Durante quell operazione Delinger, dopo aver combattuto con coraggio a Villa Calvi insieme a un gruppo di britannici e garibaldini al suono della cornamusa di David Kirkapatrick, fu nella squadra che portò in salvo i feriti di Villa Rossi: il comandante dei Gufi Neri “Gordon” Monducci e il capitano inglese Micheal Lees.

CONSIGLIERE COMUNALE E SINDACALISTA

Dopo la guerra Livio Piccinini tornò a lavorare alle Reggiane, partecipando alla occupazione e lotta sindacale per la loro salvezza. Da sindacalista sempre in prima per i diritti dei suoi compagni operai fece parte della delegazione che incontrò il leader del Pci Palmiro Togliatti a Roma. Comunista sin da giovane e fino all’ultimo dei suoi giorni, fu consigliere comunale del Pci a Cavriago, Gattatico (dove ricoprì anche l incarico di vice sindaco) e San Polo e infine per un breve periodo a Vezzano. Dotato di etica e ideali d altri tempi, sempre pronto al dialogo anche con la parte avversa in nome degli ideali della democrazia, non proseguì la carriera politica ma si impegnò in quella lavorativa nel mondo della cooperazione. Sindacalista della Cgil fino al 1964, fu poi in FederTerra per occuparsi di agricoltori e poi in Federcoop fino alla pensione curando con passione il settore delle latterie e cantine sociali. Sempre lucido e dotato di una coinvolgente carica emotiva ed etica che sapeva trasmettere in chi lo ascoltava, specialmente ai giovani, dal 2011 dopo aver letto il libro “Il Bracciale di Sterline” che narrava le sue gesta nell’attacco di Botteghe, aveva deciso di rompere il silenzio durato decenni. Lui, che aveva un senso altissimo della giustizia e umanità, era rimasto segnato dagli incubi della guerra e dell odio. «Sul finire della guerra facemmo prigionieri un gruppo di tedeschi nei pressi di Rivalta. Il giorno dopo scoprì che erano stati fucilati. Ci rimasi maschio. A mio avviso dovevamo dimostrare di essere diversi. Andavano trattati con equità, erano semplici ragazzi. Ma non era facile in quei giorni avere buoni sentimenti. Poi tornai a Cavriago, vidi che cosa avevano fatto i fascisti prima di lasciare il paese: amici partigiani uccisi e legati in piazza con il filo di ferro… Tutto questo mi aveva segnato profondamente »raccontò solo nel 2012 a chi lo ascoltava.

LA SECONDA GIOVENTÙ

Così Livio Piccinini, sempre attento a tutto il dibattito sociale e politico in Italia, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita da inesauribile testimonianza. Voleva raccontare quel periodo ai più giovani, per trasmettere valori sociali ed etici cercando di renderli sempre attuali. Le sue non erano memorie, erano lezioni di vita. Vissuta, senza tralasciare umanità e simpatia. Così parlava dei «valori sociali della Costituzione, dell’importanza dei diritti sociali per i lavoratori». Non aveva peli sulla lingua. Libero ma sempre posato ed equilibrato e con una punta d ironia e autoironia, affetto per chi lo ascoltava. Nove anni passati tra decine di racconti di libri anche lontano da Reggio insieme agli ultimi “ragazzi e ragazze” di Operazione Tombola come Giovanna “Libertà” Quadreri, Libero “Iames” Bonini, Roberto “Fanfulla” Trinelli, incontri con gli studenti nelle scuole, veri e propri comizi dai palchi. Con parole cariche di emozioni e valori. Senza retorica “politichese” e con una ironia e autoironia che non gli mancavano mai e lo rendevano subito amico. Con la A maiuscola.

Lo faceva durante le celebrazioni dell’attacco di Botteghe, del 25 aprile, dell’eccidio delle Reggiane, nel Giorno della Memoria e anche durante i concerti dei Modena City Ramblers che lui affettuosamente chiamava “i ragazzi dell’orchestra”. Migliaia di studenti e giovani si sono emozionati in questo ultimo decennio nel leggere e ascoltare le sue storie. Oppure vedendolo cantare “Bella Ciao” ​​ai concerti dei Modena City Ramblers, da Verona a Marzabotto alla festa nazionale dell’Anpi nel 2012.

A 91 anni, dopo essere stato già protagonista in diversi libri che parlavano di lui, decise di scriverne uno tutto suo con il nipote Franco: “Delinger, una scelta per la libertà”. Lo ha presentato in diversi comuni del Reggiano e del Modenese. Un successo. E lui ne era felice perché il suo testimone passava ad altri. Ma non si voleva fermare. Sembrava immortale Delinger. Faceva cose, che altri ultranovantenni non potrebbe mai fatto. Per questo oggi sono in tanti a piangerlo come fosse morto un ventenne. Lo scorso 15 marzo all’inizio del lockdown, ringraziò tutti per gli auguri per i suoi 96 anni. «Vi auguro di stare bene, di vivere in pace e di godere delle cose piacevoli della vita. La guerra è una brutta cosa che non si deve ripetere ».
Il 27 marzo era pronto a celebrare il 75esimo anniversario di Operazione Tombola e abbracciare tutti i reduci partigiani e staffette ancora vivi e i parenti dei paracadutisti britannici pronti ad arrivare da mezzo mondo. Il Covid ha bloccato tutto ma lui non si perse d animo: ha usato la con video internet per lanciare dalla sua casa di Modena il suo messaggio di lotta e speranza con le celebrazioni online. Ancora una volta commosse tutti: «Ci siamo conosciuti una sola notte e siamo rimasti amici tutta la vita. Come mi piacerebbe abbracciarvi tutti, spero di farlo presto »disse. Lo stesso ha fatto sempre con messaggi diffusi in rete da Anpi o Istoreco dalla sua casa il 25 aprile per il 75esimo della Liberazione e ancora il Primo maggio. Messaggi che, come le tante interviste registrate ora rimarranno per essere diffuse e ascoltate,

Dopo la fine del lockdown Delinger era pronto “a tornare in pista” ma una bruttissima polmonite (non correlata al Covid) contratta passeggiando a metà maggio a Modena, l ha prima costretto al ricovero in ospedale e poi da giugno inoltrato a una lunga degenza a casa, dove giorno dopo giorno si è spento. Consapevole di essere giunto al termine del suo lungo cammino, ma sempre sereno e con un messaggio di speranza e testimonianza per tutti: «La guerra è la cosa più brutta che possa capitare nella vita di un uomo, fate ogni cosa per evitarla». Livio Piccinini, vedovo della moglie Bianca Reverberi, lascia il figlio Daniele, medico a Modena, e decine di adorati nipoti.