ALBINEA (7 aprile 2017) – Gli alunni delle classi terze dell’istituto comprensivo di hanno affollato questa mattina la sala civica di via Morandi per partecipare all’incontro con la giornalista e scrittrice Angela Iantosca. L’appuntamento rientra nel programma del festival “Noi contro le mafie”, la rassegna della legalità che si svolgerà fino all’8 aprile a Reggio. L’iniziativa, promossa dalla Provincia insieme alla Regione e ai Comuni reggiani, gode della direzione scientifica del professore Antonio Nicaso, studioso e storico delle organizzazioni criminali.
Il titolo dell’appuntamento odierno è stato “No mafia, no bulli”. L’incontro è stato preceduto dai saluti del sindaco di Albinea Nico Giberti e dell’assessore alla scuola Mirella Rossi. Poi, di fronte a un centinaio di alunni, la giornalista ha tracciato un parallelismo tra “bullo” e “mafioso”: “Chi offende, picchia o prende in giro gli altri ragazzi lo fa per dimostrare a se stesso di avere potere – ha detto Iantosca di fronte ai ragazzi attenti – La stessa cosa la fa il mafioso la cui ossessione è dimostrare a tutti di essere così forte da aver diritto di vita e di morte sulle persone. Ricordatevi che sia in caso di bullismo che di comportamenti criminali, chi si volta dall’altra parte e fa finta di niente contribuisce a far guadagnare importanza a persone che invece andrebbero aiutate a capire che sbagliano, nel caso dei bulli, e rese incapaci di fare del male, nel caso dei criminali”.
La relatrice ha raccontato come le mafie impoveriscano i territori sui quali si insediano, corrompano l’economia e costringano le persone oneste a chiudere le loro attività. Lo ha fatto ricordando che la nostra regione, come molte altre al Nord, non siano affatto immuni al fenomeno, anzi…: “La mafia uccide l’onestà – ha spiegato agli alunni – rende le persone schiave e le soffoca. Forse voi siete ancora giovani e non vi accorgete che anche qui in Emilia Romagna la ‘ndrangheta ha messo radici profonde. Al Sud la mafia si respira anche camminando in certi luoghi. Qui è più difficile vederla, ma c’è e da parecchio tempo agisce e fa affari. Lo dimostra il processo Aemilia che si sta svolgendo proprio a Reggio. Non crediate – ha detto Iantosca – che la vita del criminale sia come a volte viene dipinta in certe serie Tv. I camorristi, i mafiosi e gli ‘ndranghetisti purtroppo hanno denaro e potere, ma vivono come topi di fogna. Stanno chiusi nelle loro case per paura di essere uccisi da altri mafiosi o catturati dallo Stato e hanno una vita media che arriva, nei casi più fortunati, a 40 anni. Non c’è nulla di avventuroso in questo. Si tratta di persone senza scrupoli accecate dal potere che commettono crimini e distruggono tutto quello che toccano”.
“I mafiosi e i bulli sono tranquilli se a circondarli c’è l’omertà – ha spiegato il sindaco Giberti che poi si è rivolto direttamente ai ragazzi – Noi viviamo in un territorio molto bello, ma è così perché tutti lavoriamo insieme perché resti tale. Se per caso siete vittime di bullismo o assistete ad atti di bullismo verso vostri compagni, se vedete qualcuno che fa vandalismo su un bene pubblico, non fate finta di niente. Non pensate di essere considerati “spioni” se ne parlate. Ci sono davvero tante persone pronte ad ascoltarvi. Sappiate che aiutarci a conservare la bellezza è un gesto che aiuta non solo la nostra comunità, ma anche coloro che, con il loro gesto, vorrebbero rovinarla. Vandali e bulli – ha concluso Giberti – devono essere aiutati, anche da voi, a capire che sbagliano”.