Il 4 novembre inaugurerà la mostra “1921-2021. Centenario del Milite Ignoto” nella sala civica Adriano Corradini

Il 4 novembre 2021 ricorrerà il centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto all’Altare della Patria. Per celebrare questa ricorrenza Comune di Albinea, Pro Loco e Anpi Albinea hanno organizzato la mostra documentaria e fotografica “1921-2021. Centenario del Milite Ignoto”. L’esposizione, curata da a cura Corrado Ferrari, Giacomo Mazzali e Leonardo Napoli, inaugurerà alle 18.30 di giovedì 4 novembre nella sala civica “Adriano Corradini”.

La mostra sarà visitabile fino al 28 novembre negli orari di apertura della biblioteca; dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; il sabato dalle 9 alle 13.

L’esposizione nasce dalla volontà dei proponenti di mantenere viva la memoria sui fatti della Grande Guerra, commemorando i caduti e i dispersi albinetani del conflitto.

Al termine della prima guerra mondiale si contano oltre 10 milioni di morti solo tra i soldati, tra questi una buona parte erano rimasti senza nome. In Italia ad esempio, su oltre 600,000 morti ben 200,000 erano dispersi o ignoti. Sono quindi migliaia le famiglie che si vedono colpite da uno, o a volte più lutti, ma che non hanno una tomba su cui piangere il proprio caro defunto.

Prima della Grande Guerra i caduti nei vari conflitti venivano infatti tumulati in cimiteri militari o in ossari. Solo ai sovrani, ai generali o ai condottieri più importanti era riservato il privilegio di un monumento o un mausoleo. Il numero di vittime e di caduti ignoti senza precedenti che lascia in eredità la prima guerra mondiale impongono però un ripensamento totale della commemorazione e della celebrazione del sacrificio compiuto dai soldati. Ecco quindi costituirsi nei vari paesi toccati dal conflitto, grandi o piccoli che siano, degli appositi comitati per onorare anche i tanti dispersi e non identificati. Ecco così nascere nell’immaginario collettivo la figura del Milite Ignoto. Un caduto che con il suo sacrificio rappresenta tutti i suoi connazionali caduti, sia quelli identificati che quelli non identificati. Un soldato i cui resti sono stati scelti proprio per non poter essere riconosciuti e del quale pertanto non sapremo mai le generalità. L’unica cosa di cui siamo certi è che è morto combattendo per il suo Paese.

In Italia la proposta viene lanciata nel luglio del 1920 dal generale Giulio Douhet. E’ l’inizio di un lungo dibattito politico che risente del clima infuocato del primo dopoguerra ma che culminerà con un viaggio fortemente simbolico ed emozionale. Un lungo percorso attraverso un Paese ancora in ginocchio che chiuderà, forse in parte, la dolorosa esperienza italiana della prima guerra mondiale.