Enzo Romoli vince il premio Bellocchi sul dialetto con “Pr e’ pasâ”

Si è conclusa così la settima edizione del “Premio” avvenuta il 7 giugno nella sala civica di Albinea.

Il concorso ha visto la partecipazione di scrittori e studiosi che hanno presentato ricerche e studi inediti sul dialetto e sulle tradizioni dialettali di Reggio Emilia e del territorio provinciale. Tra loro, oltre ai due già citati, figurano Paolo Valli con “Mancunté (Compagnia teatrale l’Asina sull’isola – Testo teatrale ispirato al libro “Reggio nei disegni di Checco Scapinelli), Livio Ferrett con il “Dizionario Etimologico Reggiano”, Savino Rabotti con “Educare giocando. Divagazioni sul modo empirico di educare di un tempo” e Orio Riccò con “Tot in dialett arzan, canzoni e poesie”.

Il premio è promosso dalla famiglia Bellocchi insieme al Centro Studi sul Dialetto Reggiano, fondato e presieduto proprio da Bellocchi, e alla Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi- Sezione di Reggio Emilia, con la collaborazione della Società Reggiana di Studi Storici, del Comune e della Pro Loco di Albinea.

Hanno partecipato alla premiazione la figlia di Ugo, Lisa Bellocchi, presidente della Giuria del Premio, Roberta Ibattici, sindaca del Comune di Albinea, Giuseppe Adriano Rossi, presidente della Deputazione Reggiana di Storia Patria e di Giuliano Bagnoli, presidente del Centro Studi sul Dialetto Reggiano.

Il premio è andato a Romoli perché “Il ponderoso scritto si legge piacevolmente, come un romanzo. È costruito come un “testo a fronte”, una pagina in italiano e una in dialetto, per agevolare la comprensione anche ai meno addentro alla complessità grafica vernacolare.- si legge nelle motivazioni della giuria – Scopo della sua ricerca è individuare le radici della sua famiglia. Per farlo segue la strada degli archivi parrocchiali e diocesani, fino a stabilire il percorso degli antenati fino a San Svan, san Giovanni, una località di San Cassiano, a propria volta frazione del Comune di Baiso.

La storia che Romoli racconta è incentrata sulla sua famiglia e su San Cassiano, ma da ciò si dipanano molti rami, interessanti per la storia delle tradizioni reggiane, in questo caso dell’appennino nell’area, appunto, attorno a Baiso”.

Al termine della proclamazione ci sono state letture di brani dialettali da parte di Franco Ferrari e Monica Incerti Pregreffi.

L’elaborato del vincitore sarà pubblicato nel Bollettino storico reggiano e presentato in occasione della giornata nazionale sul dialetto di gennaio 2026.