Due incontri dedicati al dialetto in sala civica: “Dal dutor” sabato 1 aprile e “I giochi dell’infanzia e adolescenza nella tradizione popolare reggiana” sabato 15 aprile

Sabato 1 e sabato 15 aprile, alle ore 16.30, si terranno in sala civica due incontri dedicati al nostro dialetto in cui saranno presentate le ricerche di Giuliano Bagnoli. Parteciperanno lo stesso Bagnoli e i lettori ufficiali del Centro Studi sul dialetto: Franco Ferrari e Monica Incerti Pregreffi.

Il primo, sabato 1 aprile, si intitola “Dal Dutòr. Fra dottore e farmacista: modi di dire, locuzioni gergali e proverbi della tradizione popolare reggiana” (Enciclopedia dei Proverbi Reggiani n. 10).

Il volume è uscito a metà febbraio 2023 nella collana Enciclopedia dei proverbi reggiani, arricchito con un apparato notevole di foto d’autore (opera di Giuliano Ferrari), riferite all’ambiente reggiano.

Sono circa venticinque anni quelli impiegati per la ricerca, lenta e appassionata, per sondare ogni angolo della tradizione popolare reggiana per riscoprire le malattie più importanti che il popolo chiamava col nome di Mâl (a Guastalla) e Mêl (a Reggio), più la definizione curiosa da loro indicata. Nel testo, infatti, troveremo indicate prima le malattie che ho raccolto nella bassa pianura reggiana, intorno a Guastalla, e successivamente quelle rinvenute nel resto del territorio provinciale. Sono semplicemente collocate in ordine alfabetico, e non per malattie d’organo, ciò per facilitare la loro consultazione. Dal mâl ’d famìa (la tara ereditaria) al mâl dal vôlvo (volvolo intestinale) per l’area di Guastalla, e dal mêl dl’agnèll (pseudo ipotrofia del pene) al mêl dal zūnch (mughetto o candidosi orale) per l’area di Reggio e Provincia. Terminano il libro due notevoli studi rispettivamente del mêl dal simiôt (male dello scimmione) e del mêl o fôgh ’d Sant’Antòni (male o fuoco di sant’Antonio).

Ogni voce di malattia è trattata con una breve descrizione scientifica, molto poco tecnica e leggibilissima, per capire di cosa si tratta, poi vi è la spiegazione dialettale del termine, con tutte le varianti dialettali, i modi di dire e i contesti colloquiali nei quali era trattata. Infine è spiegata la terapia popolare, ovvero tutto quanto è stato raccolto nelle varie parti della provincia relativamente ad ognuna. Le terapie indicate per prime sono quelle più frequenti, poi vi sono quelle meno frequenti ed infine quelle più rare.

Lo scopo della ricerca è stato quello di salvare le tradizioni del passato, quando la medicina ufficiale era quella alla quale potevano arrivare i ricchi ma non i poveri. A questi non rimaneva altro che rivolgersi ai medgòun e alle medgòuni (mediconi e medicone), presenti in ogni paese, detentori del sapere popolare di secoli. Poi in casa non mancava mai un anziano, in genere una donna, che ricordava le terapie che aveva visto applicare nel tempo passato e ora, per similitudine o per affinità, decideva di applicare anche in quel contesto. Non c’era altro: ci si affidava ai rimedi delle erbe e a quelli fisici, basati sul caldo e sul freddo, sul secco e sull’umido, nonché a rimedi strani (insetti, animaletti) oppure alle manipolazioni ma, soprattutto, alle segnature, al segnare e tracciare segni speciali sulla parte dolente recitando preghiere e litanie in rima specifiche per ogni malattia. Chi sgnéva al mêl (segnava il male) erano specifiche figure di esperti che si rendevano disponibili a tutti, per il solo riconoscimento del loro impegno, non certo per un pagamento ufficiale. Numerosissimi sono i proverbi, i modi di dire, le citazioni dialettali legate alle malattie, al loro decorso, alla colloquialità popolare.

La ricerca continua ed è in preparazione un vero e proprio “trattato” di patologia popolare, con le varie malattie suddivise in base all’organo malato.

Si è giunti veramente in fondo al tempo e alle condizioni disponibili per raccogliere, dagli ultimi anziani, queste curiose quanto particolari descrizioni delle malattie e delle terapie del passato.

Il libro è disponibile nelle principali librerie di Reggio, come la Libreria All’Arco, Libreria del Teatro, Libreria Bizzocchi, all’Edicola della Stazione, Edicola di Via Emilia, nella Libreria di Cavriago e di altre librerie della provincia.

Sabato 15 aprile, verrà presentato “I giochi dell’infanzia e adolescenza nella tradizione popolare reggiana (Bollettino Storico Reggiano n. 180 – anno LIV).

Attraverso il gioco i bambini sviluppano le fondamenta neurologiche che permettono loro di risolvere problemi, di comunicare e di creare, e al contempo apprendono mentre giocano, imparano come relazionarsi con gli altri, come calibrare la loro forza fisica e come pensare in termini astratti. Gli studi medico-psico-sociali su questo argomento sono assai numerosi, mentre non tanti sono i lavori che hanno raccolto, in modo sistematico, i giochi della tradizione popolare. Con questa ricerca, frutto di una ultradecennale ricerca sul campo, mediante interviste di anziani e persone in età che hanno ancora un discreto ricordo dei giochi e frutto di una indagine documentaria (articoli, riviste, libri, studi monotematici) Giuliano Bagnoli è riuscito a fornire un interessante contributo per la conservazione della memoria delle nostre tradizioni. L’obiettivo della ricerca è stato anche quello di rendere possibile la riproduzione del gioco stesso, in modo da comprendere a pieno le dinamiche ludiche e far sopravvivere il gioco ai mutamenti culturali e sociali del tempo.

I giochi spaziano dai giochi con il corpo, di gruppo, con oggetti vari, di forza, penitenze e molti altri. Oltre 300 giochi catalogati e divertenti che durante l’evento potranno anche essere sperimentati dai bimbi che vorranno essere presenti con le loro famiglie.