Domenica 4 luglio “I bambini del soldato Martin” al circolo Bellarosa

La favola di pace di Martin Adler arriva al Circolo di Bellarosa di Albinea dove, domenica 4 luglio alle 21, verrà presentato l’ultimo libro del giornalista e scrittore reggiano Matteo Incerti dal titolo “I bambini del soldato Martin” (corsiero editore 2021, 160 pagine, 120 foto inedite, 18 euro).

Una storia, quella di Martin e i suoi tre ‘bambini’ bolognesi fotografati nel 1944 e ritrovati lo scorso Natale dopo un appello sui social dagli Stati Uniti, rilanciata da Incerti che ha contribuito al ritrovamento dei tre, che è finita in tutto il Mondo con decine di migliaia di articoli in tutte le lingue.

Oltre all’autore e Corrado Ferrari, presidente della Pro Loco Albinea,  in collegamento multimediale dagli Stati Uniti ci sarà proprio il veterano statunitense, con i suoi 97 anni splendidamente portati, e che sta progettando per fine agosto il suo ritorno in Italia per abbracciare i fratelli Naldi.

LA TRAMA DEL LIBRO

Martin Adler è un giovane americano, figlio di immigrati ebrei ungheresi; poco più che ventenne decide di arruolarsi e partire per combattere il nazifascismo in Europa. Prova sulla propria pelle l’odio razziale da parte di alcuni commilitoni, ma non demorde e nel 1944 sbarca alle pendici del Vesuvio. Diventa parte della compagnia D del 339° reggimento, una squadra da combattimento con armamento pesante: mortai, cannoni e mitragliatrici. Avanzando verso nord, dapprima sulla linea Gustav e poi sulla linea Gotica, diventa un cecchino, perdendo la propria innocenza. Martin, tuttavia, esorcizza l’orrore della guerra scattando centinaia di fotografie e disegnando cartoline, che spedisce alla famiglia in America. Nei pressi di Monterenzio, nel bolognese, si fa ritrarre in uno scatto che, alcuni decenni dopo, ha fatto il giro del mondo: il soldato è insieme a tre bambini, che la madre aveva nascosto in una cesta di vimini, per proteggerli dai tedeschi. Quell’incontro rimane impresso in modo indelebile nei suoi ricordi e, grazie a un appello lanciato sui social network, Martin Adler riesce a realizzare il desiderio di ritrovarli. Sarebbe, però, un errore pensare che la sua storia, durante la campagna d’Italia, sia tutta qui. Martin è un uomo che ha cercato la leggerezza anche nelle situazioni più drammatiche, regalando sorrisi e “cioccolata” da Napoli al Trentino, realizzando persino un vino “da trincea”. Una volta rientrato in America, ha lottato appassionatamente per i diritti dei più fragili. «Sono felice, di non aver premuto il grilletto quel giorno di ottobre del 1944 nella valle dell’Idice sull’Appennino bolognese. Invece di uccidere, scattai una fotografia e ora mi accorgo che non solo salvai tre bambini, ma tutte le persone che sono nate grazie a quel gesto. Nate proprio da Giuliana, Mafalda, Bruno, diventati madri, padri, nonni e bisnonni. Come me. Ecco l’importanza generazionale di un piccolo gesto di vita […] Per tutta la vita, nel mio piccolo ho cercato di trasmettere quello che questi volti sconosciuti, immortalati tante volte dalla mia 35 millimetri, proprio come quelli di Bruno, Mafalda e Giuliana, mi hanno insegnato. Dona, senza chiedere nulla in cambio e riceverai vero amore».