Da oggi l’aula della scuola di italiano per stranieri si chiama “Salvati tu, che hai un sogno” ed è dedicata a Mory Cherif e alle vittime del mare

Da oggi l’aula della scuola di italiano per stranieri di Albinea si chiama “Salvati tu, che hai un sogno” ed è dedicata alla memoria di Mory Cherif e a tutte le vittime del mare.

La dedica della sala è avvenuta questa mattina alla presenza di Karamoko Cherif, fratello di Mory, del sindaco di Albinea, Nico Giberti, della responsabile della scuola di italiano per stranieri Cpia Reggio Sud e insegnante, Paola Casi e dell’autore del libro che porta il titolo del nome assegnato all’aula, Giulio di Feo.

Il volume del giornalista Di Feo, attraverso la testimonianza di Karamoko, racconta la tragica vicenda di due fratelli fuggiti dalla Guinea in cerca di un futuro in Italia. Soltanto uno dei due però riuscirà ad arrivare nel nostro Paese, perché nell’attraversata del Mediterraneo, il barcone su cui saliranno affonderà. E qui sta il cuore dell’intera vicenda perché Mory salverà il fratello consegnadogli l’unico salvagente che aveva ed anngherà. Prima di scomparire tra le onde dirà la frase: “Salvati tu che hai un sogno”. Quel sogno per Karamoko era giocare a calcio in Italia e diventerà, visto che sei anni dopo debutterà in serie B con la maglia del Padova.

Una storia davvero straziante quella di questi due fratelli, fatta di terrore, sacrificio, speranza, umanità e amore. Un gesto, quello di Imorana “Mory” Cherif, che l’amministrazione comunale di Albinea ha deciso di fare proprio e di elevare a modello.

“L’idea di questo momento era nata insieme a Karamoko nel nostro incontro qui ad Albinea l’estate scorsa – ha spiegato Giberti – Avevamo condiviso la mia idea e abbiamo cercata di formalizzarla attraverso l’iter canonico dell’intitolazione. Non è stato facile realizzarla, ma in qualche modo siamo riusciti a essere qui oggi intitolando l’aula “Salvati tu, che hai un sogno” e dedicandola alla memoria di Mory. Il suo gesto deve essere sottolineato come dimostrazione di amore. Siamo orgogliosi che questa scuola possa rappresentare un’opportunità per tutti i rifugiati che arrivano in Italia e per i quali imparare la nostra lingua è sicuramente un modo per integrarsi”.

“Quella di questi due fratelli non è solo una storia d’amore, ma anche di coraggio – ha detto Di Feo – All’inizio Karamoko era restio a raccontare l’incredibile vicenda che ha vissuto. Per lui era come una cicatrice e le cicatrici di solito si nascondono. Poi ha capito che diffondere la sua storia avrebbe potuto essere d’aiuto ad altri e lo ha fatto. Gesti come quelli di questa amministrazione sono importanti perché sottolineano il grande gesto di Mory e riportano l’attenzione su tragedie che a volte restano dietro le quinte. Inoltre la scuola di italiano rappresenta una speranza per chi arriva nel nostro Paese, così come è densa di speranza la vicenda dei due fratelli”.

“Luoghi come questi sono fondamentali per tutti gli stranieri che arrivano in Italia – ha spiegato nel suo intervento Paola Casi – Investire nell’insegnamento della lingua è determinante sia per loro, che per la nostra società. Mi piace pensare che ci sia un parallelo tra il salvagente che Mory ha consegnato a suo fratello e che gli ha permesso di salvarsi e l’apprendimento della lingua del nostro Paese, che può consentire a tanti di integrarsi”.

“Mi viene da piangere ogni volta che ricordo mio fratello – ha detto commosso Karamoko, ringraziando l’amministrazione per il gesto – Sono certo che Mory, mamma e papà, ora sono qui accanto a me e sono orgogliosi di questa dedica. Da oggi porterò sempre dentro di me la comunità di Albinea, che avrà un posto speciale nel mio cuore”.

Al termine degli interventi è avvenuto il taglio del nastro e il duo Psiche, composto da Valentina Bernardi al flauto Traverso e Agatha Bocedi all’Arpa, ha regalato ai presenti un momento musicale.

All’ingresso della sala che ospita la scuola è affissa questa nota:

IMORANA “MORY” CHERIF (Guinea, 5 marzo 1996 – Mar Mediterraneo, 18 dicembre 2016)

Imorana, detto “Mory”, era Il fratello di Karamoko Cherif, l’autore del libro “Salvati tu che hai un sogno” edito da Mondadori.

Mory e Karamoko erano due fratelli originari della Guinea. Dopo la perdita del padre e della madre decisero, secondo percorsi diversi, di fuggire dalla guerra. Riuscirono a imbarcarsi insieme su un gommone partendo dalla Libia con destinazione Italia: luogo dove Karamoko Cherif, ottimo giocatore di calcio, sognava di diventare professionista. La vita di Mory però si spense tragicamente quando il gommone iniziò a imbarcare acqua e naufragò nel mezzo del Mar Mediterraneo. Mory fece un ultimo gesto prima di sparire per sempre tra le onde… allungò uno dei pochissimi giubbotti di salvataggio al fratello e gli disse “Salvati tu che hai un sogno”. Oggi Karamoko Cherif ha iniziato la sua carriera di calciatore e il Comune di Albinea e il C.P.I.A Reggio sud, insieme a lui, dedicano questa sala studio alla memoria di suo fratello Mory e, con lui, a tutte le vittime del mare”.