L’ombra della guerra in corso in Ucraina. La necessità di arrivare a un cessate il fuoco e alla pace. L’impegno ad accogliere coloro che fuggono dalle bombe e arrivano da noi in cerca di una nuova vita, dopo aver lasciato quella precedente sotto le macerie. Il ricordo della Seconda Guerra Mondiale e di quei 5 soldati tedeschi, in teoria “nemici”, che furono fucilati dai loro stessi commilitoni per aver passato informazioni ai partigiani e quindi per aver scelto di lottare per la democrazia e la libertà. E ancora l’eroico attacco della squadra che assaltò il quartier generale tedesco di stanza a Botteghe. Un’operazione che vide insieme soldati britannici, partigiani e un battaglione composto da Russi e Ucraini. Il tutto nel ricordo di due protagonisti di quel 26 marzo 1945 che non ci sono più: Livio Piccinini “Delinger” e Giovanna Quadreri, staffetta “Libertà”. Tutto questo è stata la 77^ celebrazione del Fatto d’armi di Villa Rossi e Villa Calvi, andata in scena questa mattina in una piazza piena a Botteghe di Abinea.
Dopo la deposizione delle corone di fiori al monumento “Mai più” e alla lapide che ricorda i tre paracadutisti britannici morti nell’attacco, sul palco si sono susseguiti gli interventi dei relatori.
Il sindaco Nico Giberti ha citato una frase di Giovanna Quadreri: “Dopo un mese la guerra fini e la vita poteva iniziare”: “Iniziare e non ricominciare, disse “Libertà”, per un motivo: la guerra spezza in due l’esistenza delle persone che la vivono. Non è possibile, una volta conclusa, ricollegare il filo del prima a quello del dopo come se nulla fosse successo. Quindi – ha detto Giberti – chi attraversa un conflitto deve necessariamente ricostruirsi un’esistenza, che riesca a rielaborare il trauma di aver visto la propria casa distrutta, aver perduto qualcuno che si amava e ripartire da zero. Oggi siamo a un mese da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, devastandola, uccidendo persone innocenti e costringendone altre a trovare riparo lontano dalle loro case. Noi, da questo luogo che fu teatro di un attacco e che oggi è luogo di pace, non possiamo che augurarci e fare tutto quello che è in nostro potere per far cessare l’aggressione russa”. Giberti ha inoltre ringraziato le tante famiglie di Albinea che si sono rese disponibili ad accogliere i profughi.
Il primo cittadino del distretto berlinese di Treptow-Kopenick Oliver Igel, con cui Albinea è gemellata da 25 anni, ha ricordato la figura di Hans Schmidt, il maresciallo originario del territorio che amministra, e che fu il capo dei disertori che decisero di lottare dalla parte giusta, pagando quella scelta con la vita.
Anche il parlamentare tedesco Gregor Gysi ha messo in evidenza il gesto compiuto dai cinque tedeschi ribelli e ha condannato con fermezza la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.
La conclusione è stata della Vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein, che ha sottolineato l’importanza del Fatto d’armi come esempio da cui è nata l’Europa e di unità tra i popoli. Nel suo intervento è stata forte la condanna all’invasione dell’Ucraina e, in un passaggio successivo, la vicepresidente della Regione ha ribadito la richiesta avanzata da Anpi di sciogliere le organizzazioni che si ispirano al nazifascismo.
Sul palco, accanto ai relatori, era presente Libero Bonini, partigiano “Iames”, che faceva parte del commando che assaltò Villa Rossi e Villa Calvi.
Le celebrazioni si sono chiuse con l’esibizione dei ragazzi e delle ragazze della scuola di musica Risonanze.
L’iniziativa è stata preceduta, venerdì 25 marzo, dal “Gruppo di cammino sui sentieri partigiani”, che ha ripercorso la marcia avvenuta 77 anni fa dai 110 uomini dei reparti britannici delle Sas, delle formazioni partigiane reggiane delle Brigate Garibaldi “Gufo Nero” e dal battaglione russi. In 150 hanno ricalcato i passi degli uomini che liberarono il comando nazista di Botteghe. Quest’anno ad accompagnarli c’è stata la musica dei Modena City Ramblers.
Si ringraziano per la collaborazione Anpi albinea, Pro Loco Albinea, Comitato Pace Gemellaggi e Cooperazione Internazionale e Istoreco.