Albinea, una terra ricca di storia e bellezza

Il Gruppo Archeologico Albinetano “Paolo Magnani” è un’associazione che ha lo scopo di tutelare, portare alla luce e far conoscere le testimonianze archeologiche e storiche del nostro comune. Per questo l’associazione si impegna e lavora, da molti anni, attualmente i soci sono 25. Abbiamo intervistato la presidentessa Gabriella Gandolfi, albinetana e socia del gruppo fin dalla sua costituzione.

Gandolfi, quando e perché è nato il Gruppo Archeologico Albinetano?

La sua fondazione ufficiale, come organizzazione autonoma dalla Proloco, risale al 2006. Molto prima di questa data, la grande passione per l’archeologia e una forte volontà di valorizzare il nostro territorio sono stati i motivi che hanno portato Giuseppe Ligabue, Adriano Corradini e altri amici di Albinea ad attivarsi nelle ricerche archeologiche. A loro si è poi unito Paolo Magnani nominato ispettore onorario della Soprintendenza per il comune di Albinea.

In questi anni di vita come è si è sviluppata la vostra associazione?

All’inizio il gruppo era soprattutto impegnato nella raccolta e nello studio dei materiali archeologici tramite ricerche di superficie e operava nell’ambito della Pro Loco locale. Dal 1999, oltre a queste ricerche il Gruppo ha ottenuto il permesso di scavo al Castello di Borzano, questa importante indagine che si è protratta a fasi alterne fino al 2011 poi si è interrotta.

Per quale ragione?

Perché la zona del castello richiede un’opera di consolidamento e restauro per la quale mancano i fondi. Ed è anche per questo motivo che negli ultimi anni la nostra attività è principalmente incentrata sullo studio dei materiali, sulla manutenzione dell’area archeologica del Castello e sulla pubblicazione dei reperti recuperati.

A proposito delle vostre scoperte, cosa offre il territorio di Albinea dal punto di vista archeologico?

Una grande varietà testimonianze che vanno dal Paleolitico fino al Medioevo, con i suoi numerosi castelli tra i quali spicca quello di Borzano. Proprio qui abbiamo trovato reperti la cui datazione si distribuisce prevalentemente su cinque diversi secoli: dal XIV° al XVIII°.

Ma il gruppo non opera solo nell’ambito degli scavi archeologici, e soprattutto in questo particolare momento. Quali sono quindi le diverse altre attività in cui siete impegnati?

Le attività sono comunque molteplici. Oltre alle attività ordinarie che consistono nello studio, catalogazione e restauro dei materiali e controllo dei cantieri edili per verificare che non si stia costruendo su terreni contenenti reperti, abbiamo in programma l’organizzazione di conferenze per i cittadini su argomenti di preistoria, storia e archeologia, lo svolgimento di attività didattiche per le scuole, la collaborazione con altri gruppi archeologici della provincia, la pubblicazione dei reperti Metallici e delle Monete rinvenuti negli scavi al castello di Borzano e la partecipazione al convegno che si terrà nel  2019 a Reggio in onore di Don Gaetano Chierici.

Cosa significa essere un volontario del Gruppo Archeologico Albinetano?

Siamo aperti a chiunque voglia dare una mano, ma stiamo notando purtroppo che i volontari fanno fatica a trovare una loro collocazione all’interno del Gruppo: molti arrivano con l’idea dell’archeologo in stile Indiana Jones, ma poi si rendono conto che il nostro lavoro non è solo quello attivo sul campo ma comprende molte altre attività come quelle elencate in precedenza.   A questo si aggiunge il fatto che oltre a disporre di un po’ di tempo occorre una grande dedizione.

(L’intervista che trovate in questa pagina è contenuta nel secondo numero del periodico Albinea Notizie in distribuzione nelle case degli albinetani ed è stata realizzata da Riccardo Fontanesi)