Sabato scorso in quattro sono partiti con destinazione campo profughi sahrawi, nel Sahara Occidentale. Scopo della missione: verificare e osservare lo stato di avanzamento del progetto “Farmacia nel deserto”. La delegazione era composta da Elisa Iori dell’Ausl di Reggio, Alessandra Guerini dell’Università degli studi di Ferrara, dal valutatore Andrea Lista e dal fotografo Simone Bissoli. Ad accompagnarli all’aeroporto è stato Omar Mih, rappresentate in Italia del Fronte Polisario.
Il gruppo ha fatto visita all’ospedale di Smara e si è concentrato in particolare sulla farmacia, nella quale c’è stato un confronto con il dottor Abderrahman, un medico pediatra con lunga esperienza sul campo. L’incontro ha permesso ai quattro italiani di conoscere la situazione sanitaria all’interno dei campi di rifugiati sarhawi: patologie maggiormente diffuse, difficoltà e carenze a cui il sistema di welfare deve fare fronte.
Inoltre la delegazione ha fatto tappa in alcuni dispensari del distretto di Smara. Qui, la dottoressa Iori ha svolto un laboratorio di formazione con gli operatori sanitari locali.
Il gruppo farà rientro in Italia sabato 2 novembre.
Il progetto “Farmacia nel deserto” ha come obiettivo il miglioramento dello stato di salute dei rifugiati sahrawi che vivono nei campi profughi ed è tenacemente portato avanti dal Comune di Albinea (capofila) insieme all’associazione Jaima Sahrawi, da quello di Ferrara (cooproponente) e a una rete di soggetti tra cui Ausl di Reggio e università di Ferrara. Il progetto è coofinanziato da Regione e Comune di Albinea.
Una farmacia nel deserto” è stato avviato nel 2002 e sostiene il laboratorio per la produzione di farmaci nei campi sahrawi attraverso la fornitura di materie prime e attrezzature per il confezionamento dei farmaci e che negli anni ha coinvolto professionisti del settore nella formazione. Il direttore del laboratorio e il suo vice hanno trascorso brevi periodi in Italia, seguendo percorsi formativi all’Università di Parma e Ferrara, all’Asl di Reggio e in diverse farmacie della provincia finalizzati a migliorare e ampliare la gamma di farmaci prodotti localmente.
Nel giugno del 2019, grazie ad un’iniziativa sostenuta dal Comune di Albinea e Casa Betania, sono stati consegnati ai sahrawi 150 chili di materie prime, farmaci e materiale sanitario.
Ancora oggi il popolo sahrawi continua a combattere la propria lotta a livello diplomatico, in vista di un referendum di autodeterminazione. Nel 2012 il Comune di Albinea ha sottoscritto un Patto di Amicizia con loro, con l’obiettivo di sostenere la resistenza per affermare il diritto di un popolo alla pace. Negli anni si sono realizzate molte iniziative e si è data continuità al progetto di cooperazione decentrata a sostegno del laboratorio di produzione farmaci “M. Embarek Fakal-la”, uno dei pochi esempi di attività produttiva all’interno dei campi profughi, capace di integrare l’approvvigionamento di farmaci essenziali provenienti dagli aiuti internazionali. Nel laboratorio lavorano attualmente dodici persone. In questi anni, l’incremento della produzione e l’ampliamento dei farmaci prodotti localmente ha avuto un proficuo avanzamento grazie alla cooperazione decentrata che ha investito risorse economiche, professionali e umane e che, nel corso del tempo, ha coinvolto un ampio e diversificato partenariato emiliano-romagnolo.