Una parte del Muro davanti alla scuola e la staffetta fino a Berlino: storie dal gemellaggio Albinea-Treptow

Vilmo Delrio: “Non ci devono essere muri per dividere, solo ponti per unire”

Nel 1997 Albinea e Treptow (un distretto di Berlino) firmarono un gemellaggio, che resiste anche oggi. Da quel giorno si sono susseguite una lunga serie di iniziative per rafforzare questo patto: tra esse, non ultima, il dono ricevuto da Albinea nel 1999: un pezzo di quel muro di Berlino che divise l’Ovest dall’Est per 28 anni e che oggi si trova di fronte alla scuola Renzo Pezzani. Nell’anno della nascita del gemellaggio il primo cittadino albinetano era Vilmo Delrio. Abbiamo parlato con lui in occasione del trentennale del crollo della barriera. L’ex sindaco ci ha raccontato il significato del quel patto di amicizia e alcuni aneddoti sul suo mantenimento negli anni.

Delrio quando e perché avete deciso di gemellarvi con il distretto di Treptow a Berlino?

Abbiamo compiuto questa scelta prendendo spunto da un’iniziativa che risale al 1995. Celebravamo il 50° anniversario dell’attacco Alleato e partigiano al quartier generale tedesco di Villa Rossi e Villa Calvi del 27 marzo 1945. Decidemmo di dare ai protagonisti di quello scontro la cittadinanza onoraria alla memoria. Tra costoro scegliemmo di inserire anche i 5 soldati disertori tedeschi che vennero fucilati l’anno prima. Uno di loro, Hans Schmidt, era appunto originario di Treptow. La firma del gemellaggio venne poi firmata da entrambe le parti nel 1997.

Che iniziative avete intrapreso per suggellare questo gemellaggio?

Due in particolare: la staffetta Albinea-Treptow e la donazione da parte dei tedeschi di una parte del Muro di Berlino.

Staffetta?

Esatto. Per dimostrare l’unità con Berlino, nel decimo anniversario del gemellaggio organizzammo una staffetta di corsa che partì in paese per arrivare ad Albinea Platz a Treptow. Stiamo parlando di 1.130 chilometri… Io stesso vi partecipai: eravamo in 12 podisti, 4 ciclisti e 4 camper con altrettanti autisti. Correva solo una persona alla volta che, terminata la propria corsa, saliva sul camper lasciando il posto al corridore successivo. Non ci fermavamo mai: c’era costantemente un podista sulla strada, anche nel pieno della notte. In tutto ci impiegammo 4 giorni e 6 ore. Ci divertimmo moltissimo e portammo il nostro entusiasmo fino a Berlino, dove apprezzarono molto la nostra idea.

Invece la parte di muro quando vi fu donata?

La consegna avvenne nel 1999 e l’idea iniziale fu di Mario Crotti, fotografo albinetano e grande appassionato di storia. Dopo aver precedentemente fatto richiesta e aver ottenuto l’ok da Berlino, Mario andò da solo a Treptow con un camion della ditta Benelli, con la quale a volte faceva dei trasporti. Una volta là, si incontrò con l’interprete e amico Jens Otto e con il sindaco Siegfried Stock, che gli consegnò ufficialmente l’elemento del Muro. Oggi questo è collocato davanti alla scuola primaria Renzo Pezzani, qui ad Albinea.

Perché lo avete posto proprio davanti a una scuola?

Il Muro deve essere un monito e un insegnamento per i bambini: vogliamo che capiscano fin da piccoli che non ci devono essere barriere tra i popoli e le idee, ma solo ponti. Abbiamo quindi tra le mani un oggetto di grandissimo valore sia storico che simbolico, che abbiamo portato qui per favorire gli scambi tra i nostri cittadini, per conoscerci tutti meglio e volerci bene. Ci terrei a sottolineare che Albinea e Città del Vaticano sono gli unici due luoghi in Italia a possedere una parte del Muro di Berlino.

(L’intervista che trovate in questa pagina è stata realizzata da Riccardo Fontanesi)