Le ville

Da sempre Albinea è stato luogo in cui la nobiltà reggiana soleva crearsi prestigiose abitazioni estive immerse nel verde delle splendide colline alle spalle della città. In modo particolare nel settecento, quando i marchesi Frosini, vicinissimi della corte ducale, scelsero di risiedere nel ristrutturato castello di Albinea.

Le ville sono residenze private e quindi visitabili solo con l’assenso dei proprietari.

VILLA ARNO’

Via Vittorio Emanuele II, 50

L’edificio di ispirazione palladiana è opera dei primi dell’ottocento su disegno dell’architetto Domenico Marchelli. Nel catasto unitario del 1880 è indicata come “Villa Ferrari” e nelle carte militari dell’I.G.M. è riportato il toponimo “Villa Catellani”.

Dietro alla villa, immersa in un ampio parco, sorge una costruzione neogotica: trattasi di una abitazione con stalla e fienile probabilmente settecentesca, con torre e merlature di sapore medioevale.

Il parco ottocentesco all’inglese, ha alberi secolari e un giardino contemporaneo con varie stanze e abbondanti fioriture in tutte le stagioni, piante e arbusti rari.

Oggi, appartiene alla famiglia Arnò da diverse generazioni e da più di 20 anni ospita Albinea Jazz, appuntamento imperdibile di ogni estate in cui si riuniscono i più grandi musicisti jazz del mondo.

Per info: ainorto@gmail.com

VILLA TACOLI

Via G. Matteotti, 3

Oggi Villa Giorgia.

L’edificio ha origine antica; nei primi anni del Seicento apparteneva a Cherubino Muti: un documento del 1603 fa riferimento a un oratorio della casa denominato “del muto”. Nel 1774 la proprietà di questo Casino di villeggiatura, con annesso l’oratorio, risulta di proprietà di Bartolomeo Ferrari, cittadino reggiano. Il complesso della villa con l’oratorio e il
giardino è acquistato dal marchese Alfonso Tacoli come residenza estiva e che inizia a ristrutturarlo. “Questo piccolo e perfetto edificio, paradigma della più colta e raffinata architettura neoclassica, venne progettato da Domenico Marchelli – scrive Umberto Nobili nel suo L’Ottocento in Villa – che intervenne pure in ambienti interni alla villa e plausibilmente concepì l’idea della loggia tuscanica”.
L’anima dell’ammodernamento dell’antica residenza è però considerato il Marchese Alfonso Tacoli che, come ricorda un’epigrafe funeraria del 1824 custodita nella cappella, porta a definitiva sistemazione la villa e organizza un giardino all’inglese per il piacere suo e dei suoi ospiti. “Villam ad inchoato extructam ed viridarium cultu anglico amenissimo consitum ad solatium sibi et bospitibus paravit”.
La residenza si sviluppa su un solo piano ed è incernierata da una vecchia torre; rimane agli eredi Tacoli fino al 1977 quando viene ceduta alla famiglia di Roberto Gardini, che la denomina Villa Giorgia, in onore della sua primogenita. L’edificio è utilizzato come ristorante; è disponibile per eventi e subisce alcune modifiche.
Il complesso è stato recentemente acquistato da Enrico Grassi e destinato, non più a banchetti nuziali, ma è attualmente sede di rappresentanza di una delle più prestigiose aziende reggiane, l’Elettric80 di Viano, di sua proprietà. Ospita attualmente convegni, ma anche corsi di formazione per quadri aziendali. Sono state ripristinate le stanze secondo il progetto originale, recuperati affreschi e pavimenti e demolite le partizioni più recenti. L’intervento ha riguardato anche le aree esterne, con il recupero del grande parco e il rifacimento della piscina e dei cortili esterni; sono stati restaurati anche l’oratorio e la ghiacciaia interrata, ora adibiti a spazi ricettivi.

Il vasto parco che circonda la villa è composto da tre diversi stili di giardino; intorno all’abitazione, a nord, sono presenti
le piante tipiche del giardino all’italiana: grandi cespugli di Tasso potati ad arte in forma geometrica e alti cipressi; alcuni di questi sono presenti anche lungo la scalinata. Le querce secolari, i carpini ed altre specie autoctone, intervallate da radure, nella parte sud rivolte verso la collina, sono invece le caratteristiche del giardino paesistico all’inglese. Nel declivio
sottostante la villa, attraversato da percorsi assiali convergenti verso la scalinata, che fino a qualche anno fa erano occupati da estesi prati, sono state recentemente inserite coltivazioni agrarie: un vigneto a valle e un oliveto a monte. Ai margini di tutta questa area è stata inserita una lunga siepe arborata formata prevalentemente da specie autoctone: in
questa parte del parco spiccano grossi alberi, con alcune querce monumentali.

VILLA CROCIONI

Via Poiano, 1

La Villa prende il nome di Giovanni Crocioni (1870-1954), uomo di lettere e di filosofia, che visse gli ultimi vent’anni della sua vita in questa residenza. Fu edificata alla fine dell’800, come casino di caccia, dall’architetto reggiano Pio Casoli, autore di molte opere quattrocentesche in città ed espressione di un fervido eclettismo.

La suggestiva costruzione, immersa in un ampio parco, è realizzata in stile gotico del nord-Europa.

Lo storico albinetano Giuseppe Ligabue ha scritto un interessantissimo libro che esplora questa preziosa gemma architettonica. Il titolo è “Villa Crocioni” e in questo volume l’autore indaga e racconta anche la storia delle famiglie proprietarie della villa, la vita e le opere di personalità importanti che vi hanno vissuto.

http://www.villacrocioni.it/

 

 

VILLA SIDOLI-ROSSI

Via Chiesa di Albinea, 27

Villa Rossi (già Sidoli Bellerio poi Rossi, ora Crotti) costituisce un complesso architettonico di grande pregio. Il nucleo originario dell’impianto tipologico potrebbe riferirsi al XVII secolo mentre la costruzione attuale deriva da una ristrutturazione ottocentesca. La Villa sviluppa un volume compatto a pianta quadrata su tre livelli. Alla villa è annesso un parco dalla tipica struttura tardo ottocentesca con laghetto e ghiacciaia schermata da una quinta neo medioevale. Notabili anche i rustici e l’elegante cancellata d’ingresso.

Acquistata e trasformata dai Sidoli, la villa è appartenuta a Giuditta Sidoli  Bellerio, eroina risorgimentale reggiana, amante del Mazzini. Si dice che lo stesso patriota frequentasse villa Sidoli al tempo della “Giovane Italia”.

Nel 1945 fu teatro di un importante episodio bellico. Sede con la vicina Villa Calvi della V sezione del Comando Tedesco in Italia, nella notte tra il 26 e 27 marzo 1945 venne assaltata da paracadutisti inglesi e russi affiancati da gruppi di partigiani. Fu l’ultimo combattimento in cui suonarono le cornamuse inglesi. Ogni anno, nella ricorrenza, viene commemorato l’ardimentoso fatto d’armi con l’intervento di importanti personalità.

IN PARTICOLARE

L’articolato complesso formato dalla villa e dai rustici si trova all’interno di un vasto parco. L’edificio principale ha la pianta a ferro di cavallo con torretta superiore. L’ingresso è sul fronte est, compreso tra i corpi avanzati dell’edificio: dall’atrio si accede ai vani tutti comunicanti fra loro, disposizione frutto della ristrutturazione degli anni ‘30. Il soffitto dell’ingresso e le pareti del soggiorno sono ornati paesaggi eseguiti nel 1932 dal decoratore Paolo Brandi. La scala è in marmo di Carrara: l’ottagono al centro del soffitto dell’ultimo piano è decorato anch’esso dal Brandi. Il primo piano ha conservato i pavimenti degli anni Trenta a motivi geometrici. I quattro paesaggi che ornano le pareti del salone sono anch’esse opera di Paolo Brandi. Il terzo piano ricalca gli altri livelli nella distribuzione dei vani degli altri livelli, con il pavimento in legno di rovere disposto a spina di pesce e una scala a chiocciola che conduce alla torre. I prospetti esterni sono conclusi superiormente da cornicioni a gola. I rustici sono in stile neogotico. Quello di dimensioni maggiori, ristrutturato ed ora adibito ad uso residenziale, è orientato in direzione est ovest con due porte morte a sesto ribassato, fra le quali vi sono tre finestre ad ogiva comprese in un arco a sesto acuto. Sotto la linea di gronda sono posizionate luci circolari in asse con le aperture sottostanti. Ai lati del fabbricato vi sono due avancorpi più bassi a due piani. Un piccolo edificio ad unico livello a pianta polilobata, è utilizzato solo d’estate. La serra è caratterizzata da un avancorpo di testata a due piani con copertura a falde multiple con aperture ogivali. A nord si trovano le scuderie, a sviluppo prevalentemente longitudinale, contraddistinte da un originale conformazione delle coperture, mentre i prospetti hanno conservato tracce delle decorazioni originarie. A sud, in posizione isolata, si trova la ghiacciaia, un ambiente lievemente interrato con camminamento superiore ed ingresso ad arco acuto. Il piccolo edificio è coronato da una merlatura neomedioevale ed è schermato da finte rovine. Nel giardino, di gusto romantico, si trova un laghetto di forma sinuosa con isolotto centrale collegato alla terraferma da un ponticello in ferro. L’impianto originario della villa è riferibile ai secoli XVII-XVIII ma l’aspetto attuale ed il complesso dei rustici sono il risultato della ristrutturazione ottocentesca attribuita all’architetto reggiano Pio Casoli. Nello stesso periodo viene realizzato il parco secondo i dettami del “landscape garden”. Nell’Ottocento la villa era di proprietà della famiglia Sidoli; la celebre eroina risorgimentale Giuditta vi riceveva Giuseppe Mazzini. Dai Sidoli la villa passa, poi, ai Rossi che negli anni Trenta provvedono al “riammodernamento” dell’interno affidando a Paolo Brandi una serie di dipinti murali. In quegli anni la villa viene definita la “corte più bella d’Italia”.

Su questa villa esiste un volume dello storico albinetano Giuseppe Ligabue dal titolo “Villa Sidoli – Rossi ad Albinea. Vicende e personaggi tra arte, architettura e storia”.

Oggi il complesso ospita lo splendido Bed  & Breakfast “Il borgo del Baslamico” e la relativa acetaia: https://www.ilborgodelbalsamico.it/

VILLA TARABINI

Via Garibaldi, 17

Nella località dove sono presenti tracce di insediamenti fin dall’età romana, i Padri Gesuiti di Reggio Emilia acquistarono da Alberto Zaneletti, nel 1616, il poggio denominato Colombarone, che venne ampliato con successivi acquisti di terreno e trasformato in residenza estiva. Il podere era coltivato a cereali, alberi da frutta, prati-pascoli, vite e, fino alla gelata del 1709, anche a olivo.

ll complesso è costituito dalla villa padronale, dal parco circostante e da alcuni fabbricati di servizio, tra i quali un oratorio, un’ex casa colonica con serra annessa, ed un’ex casatorre.
Posto in cima a un rilievo naturale in posizione panoramica, l’edificio principale venne presumibilmente costruito tra il XV e il XVI secolo, passando dai Zaneletti ai Padri Gesuiti di Reggio Emilia nel 1616 che acquistano il poggio denominato “Colombarone”. Con la soppressione dei Gesuiti fu acquistato dai Signori Greppi. Successivamente passato ai Bosisio, ai Viganò ed ai Tarabini, quindi ai Messina, Bentigoglio-Strocco, Pezzuoli, Massari, Scaruffi, Soc. Eridania ed infine Viganò S. p. A. dalla quale verrà ceduta infine al Comune di Albinea.
La villa fu ristrutturata probabilmente nei primi decenni dell’Ottocento dagli Architetti Marchelli di cui rimane un disegno specifico presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia. L’edificio sviluppa un volume compatto a base rettangolare su tre livelli. Sulla copertura si imposta una sopraelevazione a belvedere, il centro della facciata è definito da un frontespizio triangolare e le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. Un’epigrafe sul pavimento del terrazzo a nord riporta la data “1627”.
Alla villa era annesso anche il vicino oratorio in stile neogotico – rimasto in proprietà privata – dedicato a San Francesco Saverio risalente nelle attuali caratteristiche al 1840.
Tutto il complesso è circondato da un interessante parco.

Acquistata dal Comune di Albinea nel 2010-2011 è stata oggetto di un importante intervento di restauro per fare del Parco e della Villa un centro di attività culturali, capace di fungere da nucleo di aggregazione e punto di riferimento per tutta la Comunità. Dal 2010 ospita nel sottotetto l’Acetaia Comunale.

 

VILLA CALVI

Via Chiesa di Albinea, 56

Definita in un toponimo del settecento come Bagnoli, all’ombra di alcune sequoie e cedri del Libano, Villa Calvi è stata teatro, con la vicina Villa Rossi del famoso episodio dell’assalto al Comando Tedesco della V° Armata che qui aveva la sede dell’ufficio cartografico e il centralino telefonico diretto con Berlino negli anni 1943-45.

Il Conte Carlo Calvi, di nobile famiglia reggiana, è stato il secondo sindaco di Albinea dal 1864 al 1873.

 

 

VILLA MARAMOTTI

Via Chiesa di Albinea, 12-14

Foto Roberto Federici (Archivio Provincia di Reggio Emilia)

Nei pressi della località Il Capriolo, leggermente su un’altura, si trova questo villone a base quadrata, probabilmente del XVIII secolo, già dei Frosini, poi dell’Avvocato Alberto Maramotti che fu sindaco di Albinea dal 1923 al 1925. Questo complesso è su tre livelli distinti, con una parte sopraelevata a torre.

 

 

 

 

 

VILLA MORATTI

Via Chiesa di Albinea, 23

Antica villa neoclassica privata. Volume compatto a pianta rettangolare a due livelli con, a levante, un portico con sovrastante loggiato su colonne ioniche con scanalate. La parte centrale della facciata a ponente è scandita da quattro lesene e coronata in vertice da un frontespizio rettangolare. Comprende, a fianco, una casa colonica e Oratorio.

 

 

 

 

VILLA BONACINI

Via Vittorio Emanuele II°, 52

Già Turrini-Olerari, questo elegante villino ottocentesco confinante con il Parco di Villa Arnò, sviluppa un volume compatto a base quadrata su due livelli e sottotetto. Il tetto è a quattro falde spezzato frontalmente. La facciata rappresenta una raffinata composizione a specchiature.

 

 

 

 

 

 

 

VILLA PANSA

Costruita a Cà del Vento, estremo confine sud di Albinea con Viano, alla fine dell’ottocento dal Senatore Alberto Pansa, ambasciatore del Regno d’Italia. Dopo il 1965 la proprietà passa alle Suore del Cenacolo Francescano e successivamente alla famiglia Giacobazzi. La villa mostra un impianto quadrato con un volume compatto articolato su due livelli. La facciata è segnata da un avanportico centrale a tre arcate.

 

 

 

 

VILLA VIANI

Già Tognoli, fu residenza estiva a Botteghe dell’Ammiraglio di origini fiorentine Marco Viani e della moglie Contessa Maria della Zonca. La facciata della villa è rivolta a ponente verso il Crostolo con scalinata di accesso al primo piano.

 

 

 

 

 

VILLA DELLA SALDA NICOLI

Via M. Simonazzi, 1/1

Antica casa padronale con torre centrale ristrutturata nell’ottocento dalla famiglia Ottavi Brazzà. Una piantina del settecento illustra tutto il podere “Le Saldine” comprendente la casa colonica che ancora oggi porta quel nome.

Sviluppa un volume compatto ad U articolato in due livelli e sottotetto. Un terrazzino è disposto al piano nobile sopra all’ingresso di levante. Il complesso è circondato da un piccolo parco.

 

 

 

Le notizie sono tratte da:

  • Corradini A., a cura di, Collana di informazione e Cultura di Pro Loco anni 2011-2012-2013.
  • Baricchi W., a cura di, Insediamento storico e beni culturali alta pianura e collina reggiana, Reggio Emilia, 1988.

Foto credits:

  • Primo Montanari
  • Archivio Biblioteca Comunale Panizzi Reggio