Si intitola “Arnaldo Mercati e i suoi amici pittori. Paesaggi e personaggi della collina reggiana” la mostra che inaugurerà alle ore 11 di sabato 31 agosto nella sala civica di via Morandi 9 e che fa parte del programma della fiera della Fola. Arte e territorio in occasione della Fiera della Fola.
“Arte e vita coincidono nella poetica di Arnaldo Mercati, trasmissione dei valori autentici dell’esistenza, del vissuto dei personaggi che frequentava, delle microstorie che gli raccontavano i vecchi accanto al camino. Dal 1969, data della prima mostra personale, ha intrapreso con passione e totale dedizione un lungo cammino artistico, caratterizzato dalla frequentazione di altri amici pittori e scrittori – scrive di lui Aurora Marzi – Mercati pittore e ristoratore amava conversare con loro nella Bettolina, la sua locanda annidata nel cuore delle prime colline, dove invitava gli amici artisti per scambiare con loro idee, testimonianze, ma anche consigli con l’umiltà di chi non si sentiva mai arrivato. Riunioni allietate da un bel piatto di polenta fumante, cucinato dalla moglie Alba e da altri cibi della nostra zona, innaffiati da un bicchiere di lambrusco. Durante uno di questi conviti Pietro Ghizzardi disegnò, quasi a grandezza naturale, su una parete del locale una delle sue tipiche figure femminili, aggressiva, ridondante nei suoi attributi sessuali, tratteggiata da un segno scuro, graffiante, corredata da uno dei suoi scritti, coi quali rafforzava i suoi dipinti, in un linguaggio pittoresco, “sgrammaticato” intriso di umori padani”.
Un altro straordinario maestro “non solo di pittura ma di vita” sarà Arturo Bottazzi, un casaro convertito all’arte, allievo di Carlo Destri. Per più di vent’anni Mercati frequenterà Bottazzi, trascorrendo interi pomeriggi a parlare di pittura e in particolare dell’effetto neve sulle colline imbiancate, che l’amico riusciva a dipingere con delicatezza poetica. Il figlio di Bottazzi Loris ricordava di incrociare spesso sulle scale di casa a Piazzola di Bibbiano Arnaldo Mercati, che recava con sé qualche dipinto da mostrare a Bottazzi e discutere con lui.
Non di rado Mercati si metteva nelle vesti di promotore e organizzatore di eventi culturali volti a dare impulso alla pittura locale e ad incoraggiare i giovani talenti tramite esposizioni, che si tenevano al Cavazzone.
Al suo fianco troviamo un amico fraterno il cavalier Matteo Romeo Bertolini, sindaco di Viano per numerose legislature e pittore. Bertolini frequentava a sua volta un grande e poetico interprete dei luoghi e dei paesaggi reggiani Carlo Bazzani e insieme si recavano a dipingere direttamente sul motivo, per cogliere i colori nei trapassi delle stagioni e in particolare il bianco sfioccato delle nevicate nel silenzio magico delle colline innevate. Anche Bazzani rientra nel novero dei suoi maestri e amici, dei quali Mercati eseguiva i ritratti, descrivendo sinteticamente le loro fisionomie con pennellate vigorose ed espressive, nel contempo ne collezionava pure i quadri, creando nel corso degli anni una significativa galleria privata di pittori reggiani.
Oltre agli artisti citati troviamo opere di Carlo Destri, Bruno Rovesti, Giannino Tamagnini, Claudio Melioli, per arrivare ad Eugenio Montanari,” Tanari”, l’ultimo ancora in vita e attivo di questo gruppo di artisti, che hanno tramandato nelle loro opere personaggi e paesaggi della nostra provincia attraverso un linguaggio che oscilla tra il post-impressionismo, un realismo fortemente espressivo e la spontaneità naive.
Non si può tralasciare la figura di un intellettuale di grande spessore come Alfredo Gianolio avvocato e critico d’arte, che ha seguito e descritto le opere di Mercati e dei suoi amici con rara finezza e sensibilità.
La lezione di tali maestri viene filtrata con originalità di linguaggio ed autonomia espressiva da parte del nostro artista. La sua pittura istintiva e vigorosa lo potrebbe avvicinare ai naif, ai quali ha scritto una lettera in occasione di una sua partecipazione, nel 1999, ad una mostra naive a Luzzara in cui venne definito “il naif scoperto sulle colline”.
In questa lettera Mercati, difende i pittori naif, pur nella consapevolezza che i tempi cambiano, afferma di credere che la pittura sia espressione di intimità e raccoglimento e proponeva di spostare la data della annuale rassegna di Luzzara in autunno-inverno quando lo stato d’animo delle persone “si apre alla fantasia cercando le cose del cuore e dell’anima”.
Suggeriva di aprire la rassegna proprio nel giorno della scomparsa di Cesare Zavattini avvenuta il 13 ottobre del 1989.
La lettera è anche una dichiarazione della poetica di Mercati, che si definisce tradizionalista, un uomo all’antica, ma nel contempo riconosce che “si deve prendere dal contemporaneo, essendo la pittura più di altra cosa espressione del cambiamento”.
L’intero suo percorso artistico è una continua ricerca di mezzi espressivi, che riescano a comunicare i suoi sentimenti, le sue emozioni. Spazia dal post impressionismo, al realismo, all’espressionismo, in soggetti sempre diversi, dal ritratto, al paesaggio, alla natura morta, al racconto storico, spesso accompagnati da una frase, da una poesia, a compimento del messaggio di cui ci vuole rendere partecipi.
Mercati ci ha lasciato il primo maggio del 2022, era nato nel 1938, e anche la Bettolina nel frattempo è stata chiusa, ma rimane l’inestimabile patrimonio di valori, di tradizioni, di sentimenti che le sue opere e quelle dei suoi amici continuano a trasmet-terei.
L’ARTISTA
Arnaldo Mercati nasce nel 1938 a Viano da famiglia contadina. Fin da bambino ha una spiccata sensibilità, che lo portano subito all’approccio al disegno.
A 10 anni incontra a Reggio Emilia Antonio Ligabue, a lui chiede un quadro, ma il grande pittore gli chiede 5.000 lire, cifra impossibile per quegli anni e per un bimbo. Affascinato da sempre dall’arte appunto sin da bimbo, Arnaldo crescerà con il disegno a matita, carboncino, acquerello, per passare alla tempera e infine all’olio d’adulto.
Amante della natura, della vita agreste e della storia: saranno diversi gli episodi della seconda guerra mondiale protagonisti di sue opere.
Questa sua predisposizione artistica, lo porta a conoscere tanti pittori, tra cui: Bazzani, Bizzarri, Ghizzardi con il quale fa mostre insieme, poi Bertolini sindaco di Viano, pittore anche lui, con il quale Arnaldo diventerà molto amico e assiduo frequentatore di casa sua.
Come non ricordare Eugenio Montanari (Tanari) con il quale condivise mostre e una solida amicizia.
L’avvocato Gianolio diventa una persona di spicco nella vita di Mercati, diverse le critiche che gli farà, e Arnaldo dedicherà un ritratto molto evocativo all’amico Gianolio. Ma il più importante rimane Bottazzi, suo maestro, con il quale Arnaldo passa pomeriggi interi a parlare di pittura e di arte. L’allievo e il maestro amavano confrontarsi. Mercati raggiunge la maturità pittorica: quadri materici, pennellate intense e vigorose.
Polente, vita contadina, paesaggi innevati, ma anche l’eccidio della Bettola, i fratelli Cervi e don Pasquino Borghi. Spazia dalla storia alla vita contadina, questo mette in evidenza la sensibilità, l’umanità, e la versatilità di Mercati.
Amante della vita e della sua famiglia: diversi i ritratti della moglie e dei figli. Ha fatto diverse mostre e vinto diversi premi, tra cui l’Ambrogino d’oro e la parete dai naïf. L’umanità che contraddistingue Mercati è sempre presente nelle sue opere.