Rubrica mensile in dialèt arşân – Settembre 2024

Il Comune di Albinea e il gruppo di cultori e studiosi Léngua Mèdra Rèş e la nôstra léngua arşâna propongono come ogni mese un approfondimento sulla nostra straordinaria lingua madre, il dialetto reggiano! Non perdetevi questo appuntamento, alla scoperta del significato di espressioni, modi di dire, proverbi e molto altro!

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Molte persone hanno difficoltà a leggere un testo scritto nel nostro dialetto. In particolare, inciampano ogni volta che devono interpretare correttamente il significato di tutti quei segni di forma diversa che affollano il testo: apostrofi, accenti, segni diacritici. Nei vocabolari dialettali è sempre presente una tabella fonetica che dovrebbe aiutare il lettore nella loro corretta interpretazione ma, quando è il momento di leggere una parola che riporta uno o più di questi segni grafici, nascono i dubbi. Qualcuno fa notare che nei testi dialettali scritti anni addietro (poesie, testi teatrali, articoli di giornali di fine ’800-inizio ’900), di accenti ce n’erano molti meno e le persone erano ben capaci di leggerle (quelli che sapevano leggere, ovviamente!). A questa osservazione si può ribattere che un tempo tutti parlavano il dialetto e il contesto in cui una parola era inserita era sufficiente per comprenderne il significato e pronunciarla correttamente. Oggi non è più così e occorre disambiguare i significati e stabilire regole.

Una ricca serie di esempi compilata da Denis Ferretti, autore della Grammatica del dialetto reggiano; aiuterà a comprendere l’importanza dei segni diacritici. Per chi ha bisogno di sentire la differenza dei suoni (il dialetto è lingua orale prima che scritta), consigliamo il collegamento web a questo indirizzo web:

https://lenguamedra.it/limportanza-degli-accenti/

𝗙𝗼𝗻𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮

è: suono aperto e breve

ê: suono aperto e lungo

é: suono chiuso e breve

ē: suono chiuso e lungo

ò: suono aperto e breve

ó: suono chiuso e breve

ó: suono chiuso e breve

ō: suono chiuso e lungo

ş: suono sonoro

s: suono sordo o dolce

𝗲̀ 𝘃𝘀 𝗲̂

frèda, frêda: fredda, inferriata;

sèla, sêla: cella, sala;

fèr, fêr: ferro, fare

rè, rê: re, arato

Pèpa, pêpa: Peppa (Pig), papa;

sèt, sêt?: sette, sai?

trèm, trêm: tremo, sparatemi;

scavès, scavês: discolo, scavateci;

stès, stês: stesso, stateci (vicini);

lèsa, lêsa: lessa, lascia.

𝗲́ 𝘃𝘀 𝗲̄

méla, mēla: mille/migliaia, miele;

mé, mē: io, miei;

lé, lē: lì, lei;

sé, sē: sì, 6;

réd, rēd: ridi, reti (del letto);

spréch, sprēch: spruzzo, spreco;

véra, vēra: apri, fede nuziale;

séma, sēma: cima, scema.

Vèder, vēder: vedere, vetro,

𝗼̀ 𝘃𝘀 𝗼́

ròt, rót: rotto, rutto;

bòla, bóla: bolla, segatura;

sòt, sót: sotto, asciutto;

ròs, rós: rosso, russo;

gòsa, gósa: goccia, guscio;

fòm, fóm: facciamo, fumo;

mòj, mój: bagnato, muli;

lòj, lój: loglio, luglio;

sòpi, sópi: soffio, zuppe;

bòta, bóta: botte, butta/getta

𝘀̧ 𝘃𝘀 𝘀

Şnêr, snêr: gennaio, cenare;

mèşa, Mèsa: mezza, Messa;

naşòm, nasòm: annusiamo, nasciamo;

nâser / naşêr: annusare, nascere

arşân, arsân: reggiano, risano;

buşêr, busêr: becchino (fossore), bussare

başèin, basèin: bacino, bassino

inşègn, insègn: ingegno, insegno

caşêr in ôca, casêr in ôca: cascinaio arrabbiato, innervosire;

rişulèina, risulèina: riso facile, ricciolina;

şughêr, sughêr: giocare, asciugare

𝘃𝗮𝗿𝗶

sêl, şēl: sale, gelo

cór, cōr: corri, cuore

rósa, rōşa, rôşa, ròsa: russa (dal verbo russare), rosa (fiore), rosa (colore), rossa

só, şò: su, giù