Si intitola “Dove c’era l’argento nascono fiori bianchi” la mostra fotografica di Savino Carbone che sarà visitabile nella biblioteca di Albinea dal 22 novembre al 28 dicembre 2025.
L’esposizione rientra nelle iniziative del festival Balkanica.
Trent’anni fa, a Srebrenica, l’Europa ha conosciuto il buio più profondo. Da allora, il silenzio tra le montagne racconta di un trauma che non smette di sanguinare. Savino Carbone si muove tra i sopravvissuti della comunità bosgnacca, inseguendo la fragile linea che separa la vita dei sopravvissuti dai fantasmi del passato. In Bosnia oggi, accanto al dolore, si affacciano nuove paure: il negazionismo, le retoriche etno-confessionali, le tensioni che ancora attraversano il paese pensato a Dayton.
Carbone è nato nel 1991. E’ un regista e fotografo. Dopo la laurea in filosofia, ha studiato fotogiornalismo con Manoocher Deghati e cinema documentario. I suoi lavori sono stati pubblicati su British Journal of Photography, Atmos, Nowness, Dazed, Hypebeast, Waastaa, National Geographic Italia, Internazionale e altre media platform, ricevendo diversi riconoscimenti.
Nel 2019 il suo film d’esordio, Libertà, è stato patrocinato da Amnesty International e ha vinto il Premio della Giuria al 34° MIX Festival di Milano, venendo proiettato in oltre cinquanta festival internazionali e distribuito su diverse piattaforme, tra cui Rai Cinema e Sky. Nello stesso anno ha diretto La frontiera, un documentario dedicato alla vita e all’opera dello scrittore italiano Alessandro Leogrande.
Nel 2020 ha fatto parte del collettivo fotografico Arcipelago 19, con cui ha documentato le conseguenze sociali della pandemia di Covid-19. Il progetto è stato presentato al Photolux Festival di Lucca. Nel 2021 ha collaborato con il Ministero del Lavoro per documentare lo sfruttamento agricolo nel Sud Italia.
Negli ultimi anni sta portando avanti un progetto fotografico di lungo periodo sulle comunità sciite irachene e la loro dimensione politico-religiosa dopo la caduta del regime di Saddam Hussein e la guerra contro l’ISIS, sostenuto da SIAE e dal Ministero della Cultura. Attualmente è phd fellow in Estetica presso l’Università di Bari.

