I Gessi di Borzano nel patrimonio Unesco: posti esauriti per l’incontro del 10 febbraio con Mario Tozzi

Cosa significa essere entrati a far parte del patrimonio Unesco? Perché i gessi messiniani di Borzano hanno ottenuto questo riconoscimento? Quali sono i vantaggi e le prospettive per il territorio di Albinea dopo la promozione arrivata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura? Tante domande e altrettante prospettive che saranno approfondite e sviscerate il 10 febbraio, alle ore 11, al cinema Apollo di Albinea.

Ospite del grande incontro sarà il primo ricercatore Cnr e divulgatore scientifico Mario Tozzi. 

L’iniziativa, dal titolo “Il paesaggio albinetano patrimonio mondiale naturale dell’umanità. I gessi messiniani di Borzano e il riconoscimento Unesco” sarà introdotta da Mauro Chiesi, speleologo e Past president della Società speleologica italiana.

I posti al Cinema Apollo sono tutti ESAURITI. 

Ricordiamo che nel settembre scorso la Bassa collina reggiana (Borzano), insieme alla Vena del Gesso romagnola, ai Gessi bolognesi e di Zola Predosa, alle Evaporiti di San Leo, alla grotta di Onferno nel riminese e all’Alta valle del Secchia è stata iscritta nel Patrimonio dell’Umanità, sotto la dicitura ‘Carsismo evaporitico nelle grotte dell’Appennino settentrionale’.

Per l’Italia è stato il quinto habitat di tipo naturale riconosciuto Patrimonio Unesco, dopo le Dolomiti, l’Etna, le Eolie e le Faggete vetuste dell’Appennino

MARIO TOZZI

Tozzi è nato a Roma nel 1959. Curioso. Laureato illustre a La Sapienza, PhD in Geologia, è Primo Ricercatore al CNR. E’ presidente del Parco Appia Antica e Cavaliere della Repubblica. Divulgatore e conduttore RAI dal 1996, è saggista, editorialista de La Stampa. Consigliere TCI e WWF. Racconta storie della Terra in monologhi e spettacoli dal vivo con cantautori e attori.

I GESSI DI ALBINEA NEL PATRIMONIO UNESCO

Il 19 settembre scorso è arrivato da Ryad il coronamento di un percorso di documentazione, esplorazione e studio avviato da illustri naturalisti reggiani sin dal ‘700: Antonio Vallisneri, Lazzaro Spallanzani, Gaetano Chierici e proseguito dal XX secolo sino ad oggi dall’attività di generazioni di speleologi.

Anche i “gessi” di Albinea sono stati infatti ammessi a pieno titolo nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO WH “EKCNA” (Evaporite Karst and Caves of Northern Appenines), il 59° che può vantare l’Italia, il primo al mondo che valorizza il carsismo nelle rocce evaporitiche.

L’importante riconoscimento è arrivato al termine di un percorso promosso nel 2016 dalla Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, che ha coinvolto nel suo complesso iter la Regione Emilia-Romagna, 19 Comuni, 4 Enti di gestione dei Parchi, le Università di Bologna e di Modena e Reggio Emilia, la Soprintendenza, un prestigioso Gruppo Tecnico Scientifico e infine il coordinamento e la collaborazione del Ministero della Transizione Ecologica.

Al contrario delle spettacolari pareti esposte che caratterizzano la “vena del gesso” della collina bolognese e romagnola, nel reggiano la particolare giacitura verticalizzata delle bancate gessose è meno avvertibile nel contesto del paesaggio. Ciò nonostante è proprio questa condizione a costituire caratteristica unica e distintiva permettendo lo sviluppo in senso appenninico di estesi complessi carsici.

Nel solo territorio di Albinea sono oltre 40 le grotte compiutamente cartografate e il sistema carsico afferente alla famosa Tana della Mussina di Borzano è sinora esplorato complessivamente per oltre 1.900 metri.

Il riconoscimento quale Patrimonio dell’Umanità di questa area carsica si aggiunge alle tutele, derivanti dalla Direttiva Habitat (1992/43/CEE), della Zona Speciale di Conservazione IT4030017 – Ca’ del Vento, Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano per la tutela di habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche di interesse comunitario, ed ai vincoli paesaggistici di cui alla Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area di Borzano-Le Croci sita nei comuni di Albinea e Viano del 1 agosto 1985 (ex Legge 1497, 1939).

Un territorio naturale fortemente attrattivo, fruito da decine di migliaia di escursionisti ogni anno e in tutte le stagioni grazie alla diffusa rete di sentieri ed itinerari disponibili, che va protetto e valorizzato in forme sostenibili attraverso una maggiore consapevolezza delle peculiarità e dei delicati equilibri ecosistemici che ne fanno una eccezionale e imperdibile risorsa ambientale e paesaggistica.

La conoscenza è alla base della consapevolezza e il rispetto verso questo patrimonio collettivo da conservare per la qualità della vita delle generazioni future: con il riconoscimento ottenuto agli occhi del mondo, ne assumiamo maggiore responsabilità.