Genius Loci 2024: un calendario ricco di talenti del nostro territorio

ALBINEA (… 2024) – Anche per il 2024 proseguirà, nella sala civica A. Corradini di Albinea, “Genius Loci. Autori e territorio” la rassegna, ideata e organizzata dal Comune, che ha l’obiettivo di promuovere e far conoscere autori, artisti, saggisti e poeti albinetani.

Sono tante infatti le persone di Albinea che hanno scritto libri. Si tratta di generi diversi, da saggi a romanzi, da poesie a testi teatrali. Alcuni sono scrittori con all’attivo diverse pubblicazioni, altri invece sono alle prime esperienze di scrittura.

Ecco il calendario degli incontri di febbraio e marzo 2024

Venerdì 16 febbraio 2024 – ore 18.30

ALAREIKS

L’oro e la porpora
Presentazione del libro di e con Alessandro Pivetti e Emiliano Calvo. Dialoga con gli autori Ivan Levrini – Professore di Storia e Filosofia

410 d.C. Il barbaro Alareiks, valoroso re dei visigoti, è alle soglie della battaglia che cambierà le sorti del suo popolo e del mondo allora conosciuto. Destituito l’inetto e anziano imperatore romano, Priscus Attalus, si prepara alla battaglia finale per la conquista dell’Impero. Raminghi in lande straniere, perseguitati dai romani e dilaniati dalle costanti guerre civili, i goti si trovano finalmente alle porte di Ravenna, l’ultima roccaforte per l’agognata conquista dell’oramai fatiscente Impero romano d’occidente. I romani non sono il solo nemico che Alareiks e i suoi fedeli guerrieri devono affrontare: le minacce di Saro, l’antico e fedifrago nemico, concorrente al trono dei goti, si celano dietro ogni passo del loro cammino. I romani, ombre del loro glorioso passato, immersi in un presente corrotto e decadente, abili calcolatori, tramano alle loro spalle negli antichi palazzi.

Alareiks. L’oro e la porpora è il grande romanzo di un’epoca che cambia, in un mondo crudele, che narra di sopraffazioni, defezioni e tradimenti, ma anche di slanci eroici, di passioni profonde e della volontà di governare onestamente popoli sino a ora nemici.

Venerdì 1 marzo 2024 – ore 18.30

Presentazione dei libri BIANCO PORPORA di Giordano Simonelli e  FRAORA – Il rumore del silenzio di Armido Malvolti e Giacomo Simonelli

BIANCO PORPORA

In questo romanzo l’autore ci offre due chiavi di lettura: una classica e una anomala. Quella classica applica le regole del noir: un serial killer che rimane nascosto sino a poche pagine dalla fine, quando un solerte funzionario spagnolo dell’Interpol, instradato dagli altri protagonisti, viene a capo del caso, grazie alla scoperta di una impensabile teoria che lega tutti i delitti. Se il lettore invece rivolgerà la sua attenzione alla chiave anomala, dovrà abbandonare ogni teorema poliziesco per lasciarsi guidare in un viaggio che segue varie rotte: Africa, Alaska e alcune capitali europee dove i protagonisti vivono la loro vita professionale nel mondo dei fiori. I veri protagonisti, infatti, sono i fiori, ma non il negozio che tutti conosciamo, bensì il mondo delle dimostrazioni, delle competizioni, dei corsi di formazione, delle ricerche, dell’innovazione. Un mondo tanto nascosto e complesso da rendere difficile immaginarne l’esistenza. Saranno proprio i colori dei fiori a guidare il commissario alla scoperta della “teoria” e del colpevole.

FRAORA

In questo libro, ambientato in un territorio che è stato testimone delle gesta di Matilde di Canossa e che ha visto nascere lo Statuto di Vallisnera prima della promulgazione della Magna Charta Libertarum, la storia riemerge grazie alla passione di un conte garfagnino e si intreccia fino a fondersi con la cronaca dei nostri tempi. I fatti narrati hanno uno sviluppo temporale limitato, dalla Pasqua 2019 al marzo 2020, in piena pandemia, ma la storia riportata alla luce abbraccia l’intero ultimo millennio. I protagonisti principali sono tre: il Conte Gualtiero Boni de’ Nobili e i quindicenni Jago e Marina. Gualtiero è un nobile toscano che furoreggiava nel “bel mondo dorato”, ma che, reso saggio dalla somma dei giorni, da oltre un anno dedica molto del proprio tempo alla ricerca di eredi: il suo Casato infatti è a rischio estinzione perché “si è scordato” di farsi una famiglia. Jago è figlio unico di due genitori in carriera, è nato e vive a Reggio Emilia, ma ha profonde radici piantate nell’alto Appennino reggiano dove ama rifugiarsi in ogni occasione. Marina è nata a Reggio Emilia, ma le sue origini sono albanesi: i genitori sono arrivati sulla costa pugliese su di un barcone. Jago è cattolico, Marina è mussulmana. Altro protagonista è l’Appennino reggiano che, pagina dopo pagina, rivela le sue bellezze paesaggistiche, la sua storia millenaria e affascinante, la sua cultura, i suoi tesori agroalimentari, la sua cucina che non teme confronti. Un Appennino custode di tanti siti riservati, come la grotta nascosta in una parete di gessi triassici che, complice un violino, regala al lettore una delle pagine più emozionanti del libro. Due sono i binari sui quali corre la narrazione: le ricerche del Conte e gli sforzi compiuti per appassionare i ragazzi, soprattutto Jago; l’amicizia tra i due adolescenti che, in un crescendo rossiniano, si trasforma in un grande amore. Il luogo fisico dove gran parte della storia si svolge, Fraora, è frutto della fantasia degli autori ed è collocato nel comune di Ventasso lungo la SS63, ma tutto il resto (i flash di vita quotidiana, alcuni episodi drammatici, l’ampia ricerca che apre squarci storici sorprendenti sull’evoluzione del territorio) è più che verosimile. In questo libro c’è tanta storia, ma abbondano anche tematiche attuali: i rapporti tra genitori e figli; l’amicizia e il disagio giovanile; il ruolo delle religioni e i problemi che possono creare; l’attualità delle tradizioni e il gusto del sapere; la violenza e il bullismo; il consumismo e il rispetto per la natura; l’ecologia e le domande sul futuro dell’umanità. E c’è, elevata alla massima potenza, la forza delle parole; parole calde e già vive sulla bocca di chi le ha pensate.

Venerdì 15 marzo 2024 – ore 18.30

CHIESA DI SANTA MARIA DELL’OLIVETO A MONTERICCO –  Nuove scoperte: conferenza di Giuseppe Ligabue

Le nuove scoperte emerse sulla chiesa di Santa Maria dell’Oliveto, luogo ricco di storia. A illustrarle sarà lo studioso albinetano Giuseppe Ligabue, che da anni conduce studi approfonditi su Montericco, sui suoi castelli e le sue chiese. Sarà un’occasione unica per conoscere meglio un luogo vicino, e a noi caro, ricco di storia e di capolavori d’arte, inserito in una cornice di straordinaria bellezza e suggestione paesaggistica. Santa Maria dell’Oliveto fu tappa dei pellegrini lungo un cammino medioevale che portava al santuario di S. Pellegrino in Alpe, poi al Volto Santo di Lucca e quindi a Roma. In antico la località si chiamava Pissignano, da Pissignanum (Piscina di Jano) nome che tradisce una lunga storia legata ad una sorgente che sgorgava in quel luogo. Appartenuta sin dal X secolo ai monaci benedettini del potente convento reggiano di San Prospero per diversi secoli divenne la parrocchiale di Montericco.