Incontro davvero molto partecipato quello andato in scena ieri sera ad Albinea con protagonista Gad Lerner. Il giornalista, intervistato dal direttore di Telereggio Mattia Mariani, ha risposto alle domande sul tema “Vecchi e nuovi nazionalismi, come abbattere i muri”.
L’iniziativa, alla quale erano presenti 160 persone, più le 23 che l’hanno seguita dalla sala del Consiglio tramite la diretta Facebook sul profilo del Comune, è stata introdotta dal sindaco di Albinea Nico Giberti e preceduta da un video realizzato dai bambini che frequentano il Cep di Albinea (Centro educativo pomeridiano) dedicato proprio al concetto di muro, inteso sia in chiave fisica, che simbolica.
Lerner ha tracciato un preoccupante parallelismo tra il clima politico attuale e quello del 1938, anno in cui vennero promulgate le Leggi Razziali: “Si fa passare l’idea che gli italiani sino un popolo stretto nella tenaglia che va dal grande finanziere Soros, ai banchieri, ai tecnocrati di Bruxelles, passando per la Merkel e i giornalisti accusati di servilismo. I pochi che sfruttano i molti. Così come nel 1938 il regime dovette spiegare agli italiani perché diventarono un problema 40mila ebrei. Ci riuscì facendo passare il messaggio che anche se in numero così ristretto, stavano sfruttando il popolo. Usarono un socialismo declinato in chiave nazionalista”.
Secondo il giornalista e conduttore televisivo si sta diffondendo nel nostro Paese un preoccupante clima di violenza, fomentata da soggetti politici che utilizzano i cattivi sentimenti delle persone per accaparrare voti: “La diffidenza e un certo odio verso ciò che non si conosce è in parte presente in ognuno di noi. Anche 50 anni fa, quando ci furono le ondate migratorie dal sud al nord, si leggevano cartelli con scritto “Non si affitta ai meridionali”. La differenza con quello che accade oggi è che allora nessun partito si sognava di soffiare su quel fuoco per allargare il consenso. Mi spaventa – ha spiegato Lerner – che questi cattivi sentimenti vengano sbandierati dall’alto. Così si diffonde un modo di esprimersi in cui la rabbia è giustificata. Inoltre passa l’idea che chiunque faccia accoglienza o filantropia voglia solo trarne vantaggi personali. E’ stata inventata la parola buonista, come fu inventata dal fascismo la parola “pietista”. Il problema – ha proseguito l’ospite citando il caso di Macerata – è che legittimare verbale la cattiveria porta alla violenza fisica”.
Poi una critica alla scomparsa dell’opposizione: “Le minoranze agguerrite sul piano ideologico ed efficaci nella comunicazione si piazzano al centro della scena anche a causa del mutismo di chi dovrebbe contrapporvi i propri valori culturali”. Secondo il giornalista una delle poche oasi che resistono al diffondersi del pensiero dilagante, riassumibile nella frase “abbiamo poco e lo dobbiamo spartire tra noi italiani”, è il mondo della scuola, definito una “minoranza fertile”: “Quando si tocca quel settore, come nel caso di Lodi, si assiste a un fermento di reazione e alla mobilitazione contro chi vorrebbe, nel caso specifico, rendere quasi impossibile per alcuni bambini stranieri utilizzare la mensa come i loro compagni italiani”.
Infine Lerner ha dipinto un quadro non ottimista della situazione in Europa: “L’idea di questo governo è che isolati si stia meglio. Ho l’impressione che se nella Legge di Bilancio non riusciranno a dare agli italiani ciò che gli avevano promesso, prima accuserebbero tutti di avergli messo i bastoni tra le ruote, poi potrebbero tornare all’idea di stampare moneta in una notte. Vedo anche – ha concluso il conduttore televisivo – pericoli per la disgregazione dell’Unione: Putin e Trump stanno lavorando in questo senso e il governo italiano mi pare stia interpretando il ruolo dell’utile idiota che dà loro una mano, senza pensare ai danni che ne deriveranno per gli italiani”.
L’iniziativa andata in scena lunedì rientra nel calendario di eventi organizzato da Comune di Albinea e Anpi Albinea, in collaborazione con Istoreco e Pro Loco e con il contributo della Regione Emilia-Romagna e Iren, dedicati alla ricorrenza del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. All’evento con il giornalista ha collaborato anche Arci Reggio Emilia.