Autocertificazione

Requisiti: Avere compiuto il DICIOTTESIMO anno di età.

Modalità: In base al DPR 445/2000 le amministrazioni e i servizi pubblici non possono più chiedere i certificati ai cittadini in tutti i casi in cui si può fare l’autocertificazione. Questa è una delle novità più importanti del testo unico sulla documentazione sulla documentazione amministrativa. Si completa così il cammino avviato nel 1997 dalle leggi Bassanini per semplificare la vita ai cittadini e non costringerli più a fare i fattorini tra un’amministrazione e l’altra per dimostrare di essere nati, residenti o addirittura di essere in vita. Sono diventate più semplici tutte le pratiche più comuni della vita quotidiana ed è già stato eliminato il 55% dei certificati. Questi risultati positivi hanno consentito di introdurre le nuove semplificazioni, che permetteranno di raggiungere l’obiettivo della completa eliminazione dei certificati attraverso lo scambio diretto di informazioni tra amministrazioni pubbliche

TUTTI I CERTIFICATI CHE LE AMMINISTRAZIONI E I SERVIZI PUBBLICI NON POSSONO PIU’ CHIEDERE

Le Amministrazioni non possono più chiedere ai cittadini, dopo le leggi Bassanini, i certificati relativi a:
  • luogo e data di nascita;
  • residenza;
  • cittadinanza;
  • godimento dei diritti civili e politici;
  • stato di celibe, conigato, vedovo o stato libero;
  • stato di famiglia;
  • esistenza in vita;
  • nascita del figlio, morte del coniuge, del genitore, del figlio ecc.;
  • tutti i dati a conoscenza dell’interessato contenuti nei registri di stato civile (ad esempio la maternità, la paternità, la separazione o comunione dei beni)
  • iscrizione in albi o elenchi tenuti da pubbliche amministrazioni (ad esempio l’iscrizione alla Camera di Commercio);
  • appartenenza a ordini professionali;
  • titolo di studio, di specializzazione, di aggiornamento, di formazione, di abilitazione, qualifica professionale, esami sostenuti, qualificazione tecnica;
  • situazione reddituale o economica, assolvimento di obblighi contributivi;
  • possesso e numero del codice fiscale, della partita IVA e qualsiasi dato contenuto nell’anagrafe tributaria;
  • stato di disoccupazione, qualità di pensionato e categorie di pensione;
  • qualità di studente;
  • qualità di legale rappresentante di persone fisiche o giuridiche, di tutore, di curatore e simili;
  • iscrizione presso associazioni o formazioni sociali di qualsiasi tipo;
  • tutte le situazioni relative all’adempimento degli obblighi militari, comrpese quelle attestate nel foglio matricolare dello stato di servizio;
  • non aver riportato condanne penali e non essere destinatario di provvedimenti iscritti nel casellario giudiziale;
  • non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali;
  • non trovarsi in stato di liquidazione o di fallimento e non aver presentato domanda di concordato;
    vivere a carico.

La richiesta di questi certificati da parte delle amministrazioni e dei servizi pubblici costituisce violazione dei doveri d’ufficio. Al posto dei certificati, amministrazioni e servizi pubblici devono accettare le autocertificazioni o acquisire i dati direttamente, facendosi indicare dall’interessato gli elementi necessari per trovarli (ad esempio per il diploma di scuola secondaria il cittadino deve indicare l’istituto e l’anno in cui si è diplomato).

Fate attenzione:
  • i certificati medici non possono essere sostituiti dall’autocertificazione, così come i certificati d’origine e di conformità alle norme comunitarie, marchi e brevetti;
  • E’ sempre possibile per i cittadini chiedere il rilascio dei certificati, sono le amministrazioni che non possono pretenderli.
Chi deve accettare l’autocertificazione
  • le Amministrazioni Pubbliche;
  • I servizi pubblici e cioè le aziende che hanno in concessione servizi come i trasporti, l’erogazione di energia, il servizio postale, le reti telefoniche ecc.
    Per esempio le aziende municipalizzate, l’Enel, le Poste (ad eccezione del servizio Bancoposta), la Rai, le Ferrovie dello Stato, la Telecom, le Autostrade ecc. sono tenute ad accettare l’autocertificazione dai loro utenti;
  • I Tribunali non sono obbligati ad accettare l’autocertificazione.

L’autocertificazione e i privati
Si può presentare l’autocertificazione anche ai privati (ad esempio banche e assicurazioni) se questi decidono di accettarla. Per i privati, a differenza delle amministrazioni pubbliche, accettare l’autocertificazione non è un obbligo, ma una facoltà.

I documenti d’identità al posto dei certificati
L’esibizione di un documento d’identità o di riconoscimento (ad esempio la carta d’identità, passaporto, patente di guida, libretto di pensione ecc.) a seconda dei dati che contiene, sostituisce i certificati di nascita, residenza, cittadinanza e stato civile.

Come si fa l’autocertificazione
Per sostituire i certificati basta una semplice dichiarazione sostitutiva di certificazione firmata dall’interessato, senza autentica della firma e senza bollo.
Le dichiarazioni sostitutive di certificazione possono essere presentate direttamente al richiedente, inviate per posta o per fax ed anche via e-mail con firma digitale.

Chi può fare le dichiarazioni sostitutive
Possono fare l’autocertificazione:
  • i cittadini italiani;
  • i cittadini dell’Unione Europea;
  • i cittadini dei paesi extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno, limitatamente ai dati attestabili dalle pubbliche amministrazioni italiane.

Le responsabilità di chi autocertifica
Il cittadino è responsabile di quello che dichiara con l’autocertificazione. Le amministrazioni gli danno fiducia e al tempo stesso effettuano controlli sulla corrispondenza alla verità delle autocertificazioni.
In caso di dichiarazione falsa il cittadino viene denunciato all’autorità giudiziaria, può subire una condanna penale e decade dagli eventuali benefici ottenuti con l’autocertificazione.