Il 5 e il 19 maggio ad Albinea verranno presentati due libri all’interno della rassegna “Primavera di donne”.

Il 5 e il 19 maggio ad Albinea verranno presentati due libri all’interno della rassegna “Primavera di donne”.

Venerdì 5 maggio 2023 – ore 18.30

OLTRE LA VIA EMILIA
Memorie di famiglia tra il primo Novecento e il Sessantotto
Alla presenza dell’autrice Renza Piccinini e con lei Annamaria Tagliavini, già Direttrice Biblioteca Italiana delle donne, Bologna

Oltre la Via Emilia. Memorie di famiglia tra il primo Novecento e il Sessantotto

l sole entrava dal finestrino, scendeva sul suo corpo avvolgendola in un sonnolento tepore. La stanchezza era tanta, dopo due giorni di viaggio. Voleva arrivare a casa il prima possibile e riprendere la sua solita vita. Forse si sarebbe spento quel tarlo di inquietudine che le scavava lo stomaco, che ritornava insinuante ogni volta che i suoi pensieri cercavano di andare altrove. Si domandava angosciata che ne sarebbe stato di lui”.

Carolina, una giovane donna che nell’Emilia contadina del Primo Novecento ha affrontato una vita non facile con coraggio e determinazione. La Prima Guerra Mondiale sconvolge le sue piccole conquiste e sembra mettere la parola fine alle aspettative in un futuro migliore. Riuscirà a tenere in piedi la famiglia e a crescere da sola i quattro figli? Una storia che attraversa tre generazioni.

L’autrice Renza Piccinini: “Il libro è dedicato alla storia della mia famiglia e di mia nonna. È lei, Carolina, la protagonista principale. Ho scritto scavando nei miei ricordi, quelli vissuti in prima persona o quelli derivati dalle narrazioni ascoltate negli anni in famiglia. Rimpiango di non avere chiesto di più. Avevo al mio fianco un patrimonio di storia e di memorie prezioso, ma non me ne curavo, presa da un presente spesso caotico e da un futuro carico di aspettative.  È soltanto con la maturità che arriva il desiderio di ritrovare le proprie radici, quando si capisce che la vita non è altro che un flusso continuo che si snoda tra una generazione e l’altra. Non siamo che i personaggi della singola puntata di una storia che è iniziata prima di noi e dopo di noi continuerà. Per scriverla, questa storia, mi mancavano molte informazioni, che ho pazientemente ricercato consultando gli archivi parrocchiali e quelli comunali, le liste dei caduti di guerra, i fogli matricolari dell’esercito.

Sono emersi dal passato i nomi di bambini morti in fasce e di zii mai conosciuti perché caduti in guerra, gli atti di matrimoni “riparatori”, le morti premature, come quella di mio nonno. La sua malattia l’ho potuta ricostruire dalla cartella clinica tutt’ora conservata presso l’archivio dell’ex-Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emila. Ho attinto ampiamente all’immaginazione per integrare quanto non ho trovato negli archivi o nei miei ricordi. Gli avvenimenti storici citati sono tratti da fonti documentarie, spesso dell’epoca, come le cronache cittadine che ho ritrovato sulle pagine del quotidiano socialista reggiano La Giustizia, o in Reggio Democratica per il periodo del secondo dopoguerra.

L’unico evento immaginario è il comizio di Camillo Prampolini a Villa Cadè, nel capitolo del giugno 1904. I brani del suo discorso li ho traslati da altri suoi testi, in particolare dalla “Predica di Natale”. Nella mia narrazione dei fatti politici descritti non ho perseguito una imparzialità da storica, bensì mi sono allineata alla visione che ho immaginato dovesse averne Carolina prima, e mio padre poi. Protagonista della narrazione è infine la città di Reggio, con la sua gente, le piazze, i viali e i mercati, e soprattutto con il suo bagaglio di civiltà e democrazia. Ne sono lontana ormai da tanti anni, ma rappresenta tutt’ora il luogo che riconosco come Casa.”

Venerdì 19 maggio 2023 – ore 18.30

IL TALENTO DELLE ARTISTE REGGIANE dal Rinascimento al Duemila

Alla presenza dell’autrice Rossana Maseroli Bertolotti e con lei Nadia Rosati, artista e Sandro Parmiggiani, esperto d’arte (Corsiero editore)

Il talento delle artiste reggiane dal Rinascimento al Duemila

Il seme del progetto di fare una ricognizione sulle donne artiste della nostra terra viene piantato più di vent’anni fa, nella seconda metà degli anni Novanta, in una cena cui partecipano, tra gli altri, i tre autori (Rossana Maseroli Bertolotti, Renzo Barazzoni, Alfredo Gianolio), Sergio Masini e Ugo Bellocchi, attorno alla tavola imbandita nella casa di Nadia Rosati, che negli anni, e fino all’ultima fase, avrebbe svolto il ruolo di segretaria di redazione, di paziente vigilatrice per preservare una tela che talvolta s’andava sfrangiando o addirittura lacerando. È Gianolio, subito sostenuto da Masini, a gettare sul tavolo l’idea dell’opportunità di scrivere sulle donne artiste nella secolare storia di Reggio Emilia. Presto si delinea il drappello che affronterà la temeraria missione: Rossana Maseroli, abituata a frequentare l’Archivio di Stato, s’occuperà delle artiste dei secoli lontani; Renzo Barazzoni s’immergerà in quelle dell’Ottocento; Alfredo Gianolio s’inoltrerà nel bosco delle artiste contemporanee. Ciascuno dei tre comincia a lavorare, con i propri tempi, dettati dagli impegni professionali e familiari; intanto ci si continua a incontrare in pranzi e cene in case private, alle Feste dei partiti della sinistra, e in incursioni a Guastalla, da Arnaldo Bartoli. Del gruppo di questi particolari clerici vagantes fanno stabilmente parte, oltre alle persone già citate, Ulisse Giglioli, Athos Porta, Alessandro Carri. Renzo Barazzoni è forse il più solerte nell’affrontare il compito affidatogli; Rossana Maseroli e Alfredo Gianolio iniziano a scrivere, e poi s’arrestano, per quattro o cinque anni. È Nadia Rosati a sollecitare i tre affinché riprendano il lavoro interrotto, ora che prossima appare la meta. Anche Gianolio torna a immergersi nelle schede che aveva abbandonato, fino ad allora affidate a una cartella piena di fogli, che viene “messa in bella” da Maseroli e da Rosati. Gianolio dedica l’ultimo anno della sua vita — scomparirà nel 2018 — a completare furiosamente la stesura dei commenti sulle artiste contemporanee: ogni sabato mattina, per più di un anno, Rossana e Nadia si recano a casa sua, per coordinare quel che resta da svolgere e farsi consegnare i frutti del lavoro della settimana. La scheda finale viene consegnata a Rossana e Nadia da Alfredo l’ultimo sabato mattina in cui i tre s’incontrano: lui morirà il mercoledì successivo, 12 febbraio 2018 — i suoi amici Renzo Barazzoni e Sergio Masini se ne erano andati quattro anni prima, nel 2014.

Non è affatto casuale che l’idea che ha generato questo libro nasca in un determinato momento storico, quando la cultura del femminismo, contro la marginalizzazione del ruolo delle donne e per la valorizzazione delle loro competenze e sensibilità, s’è andata diffondendo e radicando. Né è occasionale che sia proprio all’interno di quel gruppo di amici, riuniti attorno a una tavola imbandita, che la proposta germini e poi cresca, al di là delle tenaci resistenze che in tanti uomini della stessa sinistra, o comunque più aperti al nuovo, serpeggiano per anni, senza visibili conseguenze sui concreti comportamenti nella vita quotidiana. Idee e suggestioni sulla condizione e sulle possibilità negate alle donne s’erano andate diffondendo nei due decenni precedenti, coinvolgendo chi, al di là dell’appartenenza a uno schieramento politico-sociale o a una fede religiosa, era disposto a farsi interrogare nella propria interiorità e nelle proprie convinzioni. Tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta il vento nuovo che agita la discussione sul ruolo delle donne s’approfondisce e si sviluppa, coinvolgendo anche la questione della presenza femminile in arte; è spesso, quest’ultima, lucidamente condotta tenendosi al largo dalle secche di certe visioni, troppo ideologicamente segnate, di alcune delle correnti femministe. Sandro Parmiggiani