Lotta alla processionaria del pino

La processionaria del pino si può trovare soprattutto in giardini e parchi dove sono presenti pini che ne sono infestati, ma una volta che le larve sono uscite dal nido, si possono vedere strisciare in fila un po’ ovunque. Infatti, le larve hanno abitudini gregarie e trascorrono l’inverno all’interno di un nido sericeo posto in genere all’estremità dei rami più soleggiati. Alla fine dell’inverno le larve riprendono a nutrirsi e, una volta terminato lo sviluppo, abbandonano definitivamente i nidi scendendo in processione fino al suolo, dove s’interrano per trasformarsi prima in crisalide e successivamente in adulto (farfalla).

Si ricorda che: la lotta alla processionaria è obbligatoria su tutto il territorio nazionale ed è regolamentata dal Decreto Ministeriale del 30 ottobre 2007 perché la presenza dell’insetto può minacciare seriamente la salute delle persone o degli animali o la sopravvivenza del popolamento arboreo. 

La processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa) è un lepidottero defogliatore che attacca tutti le specie di pino, in particolare il pino nero e il pino silvestre, ma anche varie specie di cedro. Il danno è causato dalle larve che inducono defogliazioni, a volte anche molto accentuate, delle piante sulle quali compiono il loro sviluppo. Le infestazioni si caratterizzano spesso con fluttuazioni graduali delle popolazioni, il cui culmine si manifesta ogni 5-7 anni, a seconda delle condizioni ambientali.

Il problema

Una volta trasformata in farfalla, la processionaria non è più pericolosa, il problema però è prima, soprattutto quando le larve fuoriescono dai nidi invernali e scendono dagli alberi, strisciando in processione sui terreni e nell’erba a portata dell’uomo e degli animali.
Nello stadio larvale, una fase che dura fino a maggio, il corpo della processionaria è coperto da una peluria che risulta fortemente urticante per l’uomo, provocando reazioni cutanee (arrossamento, edemi, vescicole e bolle) e infiammazione di mucose, occhi e vie respiratorie, che possono avere effetti e conseguenze molto gravi, soprattutto nei bambini.
Può essere letale, invece, per gli animali e soprattutto per i cani che tendono ad annusare tutto.

Cosa fare quando si incontrano le processionare

  1. La prima cosa è non toccarle e mettere al sicuro bambini e animali domestici (se non ci avvicina e non si toccano, non succede niente);
  2. A fine inverno-inizio primavera, quando si possono osservare con particolare frequenza le processioni di larve lungo i tronchi o sul terreno, evitare di raccogliere i bruchi senza protezioni e con mezzi inadeguati (scope, rastrelli, ecc.)
  3. Non avvicinarsi e non sostare sotto piante infestate;
  4. Non tentare con mezzi artigianali di distruggere i nidi, in quanto il primo effetto che si ottiene è quello di favorire la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti;
  5. Lavare abbondantemente frutti e prodotti di orti in prossimità di pinete infestate.

In caso di contatto con la pelle

  1. lavare abbondantemente il corpo (capelli inclusi) con acqua e sapone;
  2. manipolare i vestiti con guanti e lavarli anch’essi avendo cura di utilizzare acqua a temperatura elevata;
  3. sulle parti che hanno toccato larve e nidi utilizzare eventualmente strisce di scotch, come un mezzo “depilante” per asportare parte dei peli ancorati alla pelle;
  4. consultare immediatamente un medico (o un veterinario, per gli animali domestici), in caso di contatto con gli occhi, inalazione o ingestione dei peli urticanti.

La disinfestazione

La disinfestazione dalle processionarie viene effettuata con vari metodi, talvolta usati congiuntamente. La scelta di un metodo, piuttosto che di un altro, dipende da una significativa varietà di fattori, che vanno valutati da personale esperto.
I principali metodi disponibili sono i seguenti:

  • Lotta meccanica: specialmente nel caso dei pini, prevede l’eliminazione fisica dei nidi (recidendo i rami infestati), in quanto la processionaria ne compromette il ciclo vitale risultando altamente nociva per le pinete.
  • Lotta microbiologica: prevede l’uso di trappole feromoniche e biocidi che, se usati in modo oculato e con professionalità, rispettano la biodiversità e non hanno alcuna tossicità per persone, animali e piante.
  • Endoterapia: consiste nell’immettere direttamente all’interno del fusto delle piante, sostanze insetticide che, attraverso il sistema vascolare dell’albero, vengono convogliate in tutta la chioma esplicando azione biocida e protettiva.
  • Interventi chimici: prevede l’utilizzo di larvicidi idonei, ma una volta uccise le larve bisognerà comunque non toccarle e asportarle con la massima cautela, in quanto le setole rimangono irritanti per l’uomo anche diversi giorni dopo la morte della larva.

Occorre ricordare che

I nidi sono già ben visibili in novembre, pertanto si ha tutto il tempo per programmare un intervento di disinfestazione, l’importante è agire prima che le larve scendano, altrimenti è troppo tardi. Pertanto, il periodo ottimale per effettuare soprattutto i trattamenti meccanici, va da novembre a marzo (inverno – inizio primavera).

  • Se gli alberi infestati sono presenti in un’area verde pubblica, occorre effettuare tempestivamente una segnalazione al Comune di Reggio Emilia compilando il form on line delle segnalazioni RéS, avendo cura di indicare con precisione la localizzazione delle piante che presentano i nidi.
  • Se l’infestazione è all’interno di giardini privati, è compito del proprietario provvedere alla disinfestazione, meglio avvalendosi di personale qualificato.

Da evitare

Utilizzare in modo improprio insetticidi in polvere o spray, che possono risultare dannosi per la pianta e comportare tossicità diretta e/o residua. Tali insetticidi, inoltre, se applicati con mezzi di fortuna e senza attrezzature adeguate possono peggiorare la situazione in quanto le Processionarie, infastidite, rilasceranno nell’aria circostante ancora più peluria urticante, che può essere inalata o venire in contatto con occhi e tessuti. Analogamente, bruciare i nidi o le larve morte non è un’operazione priva di rischi.
Occorre sapere che i residui carbonizzati rimangono urticanti, vanno quindi maneggiati con molta cautela e le opportune protezioni.
Inoltre, è molto pericoloso rimanere vicino al falò o posizionarsi in zona “sotto vento” ad esso, in quanto le setole possono essere trasportate dal calore e venire a contatto con occhi, bocca e vie respiratorie.
Sarebbe, quindi, meglio evitare approcci e metodi fai da te nella lotta alla processionaria perché può risultare molto pericoloso.