Pubblichiamo oggi (25 novembre) in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un messaggio che Maria Grazia Cucinotta ha voluto dedicare agli albinetani.
L’attrice avrebbe dovuto essere ad Albinea, in sala civica, il prossimo 26 novembre, invitata a presentare il suo libro “Vite senza paura. Storie di donne che si ribellano alla violenza”, edito da Mondadori.
Purtroppo lo stop a conferenze ed eventi imposto dai recenti Dpcm ha impedito il suo arrivo.
“Ringraziamo Maria Grazia Cucinotta per aver scelto di scrivere, con coraggio, della sua personale esperienza di vittima di violenza e di cosa per lei abbia significato. Avremmo voluto averla ospite con noi, ma ci fa piacere che abbia mandato questo messaggio – spiega l’assessore alle Pari Opportunità Roberta Ibattici – La sua storia invita ognuno di noi a tenere una soglia di attenzione alta su questo tema, perché ci dimostra come possa capitare a tutti e in ogni contesto. Ci mostra anche come una ferita possa essere trasformata in un impegno forte, con empatia e coraggio, perché ribellarsi alla violenza ha significato per lei aiutare chi ne è vittima a ricostruirsi una vita che possa essere appunto senza paura”.
Il Comune di Albinea quest’anno quale segno di impegno contro la violenza alle donne, ha devoluto un contributo all’Associazione “Vite Senza Paura” che opera per offrire aiuto alle donne che fuggono da situazioni di pericolo.
Il libro “VITE SENZA PAURA. Storie di donne che si ribellano alla violenza”
Maria Grazia Cucinotta è sempre stata in prima linea nella lotta alla violenza di genere. Dopo aver collaborato con varie associazioni, nel 2019 ha fondato la sua onlus Vite senza paura, in cui collaborano molte professioniste, tra cui psicologhe e avvocate. Ma quello che molti non sanno è che, prima di diventare una paladina, Maria Grazia è stata anche una vittima. Aveva vent’anni, si era trasferita a Parigi e un giorno, nell’androne del palazzo in cui abitava, ha subito l’aggressione di un uomo. Si è salvata, quasi per miracolo, divincolandosi e scappando nel suo appartamento. Come se non fosse abbastanza, quando ha denunciato il fatto alla polizia, si è sentita dire che doveva aspettarselo: la sua bellezza mediterranea lo aveva sicuramente provocato. Quell’episodio, quelle parole, l’hanno segnata profondamente. Ha promesso a se stessa che, qualsiasi lavoro avesse fatto, nulla l’avrebbe distolta dall’obiettivo di chiedere giustizia per le donne vittime di violenza. «Ambivo alla visibilità esclusivamente per poter dare una voce a chi aveva vissuto una storia simile alla mia o peggiore. Poco dopo ottenni il ruolo nel film Il postino. Fatalità, caos, destino. Il mio angelo alla carica.» Da quel giorno Maria Grazia non si è più fermata. La sua battaglia personale si è intrecciata a quella di molte altre donne, vittime o combattenti. Passo dopo passo, unendo le forze e le menti, è nata la squadra di Vite senza paura, formata da donne coraggiose che si ribellano al maschilismo di cui è ancora tristemente impregnata la nostra società. E lottano perché non si chieda più a una vittima «com’era vestita», non le si dica che «l’ha provocato lei» o che «basta lasciarlo» e non si attribuisca mai la violenza al «troppo amore». Ogni storia che ha incontrato, ogni donna che ha aiutato, ha permesso a Maria Grazia non solo di crescere e rafforzarsi, ma anche di scoprire le mille sfaccettature dell’abuso. Dalla sua esperienza nasce questo libro di denuncia, che contiene un messaggio di speranza: alla violenza non bisogna arrendersi, bisogna rispondere. E rispondere tante volte significa prevenire, educare le nuove generazioni, insegnare che l’amore, quello vero, non lascia lividi sulla pelle.
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