Giornata della Memoria: le proposte di lettura e ascolto per non dimenticare

Anche quest’anno il Comune di Albinea, insieme al Comitato Gemellaggi, Pace e Cooperazione Internazionale e ad ANPI, propongono alle scuole e ai cittadini, alcuni approfondimenti per continuare a riflettere sulla democrazia come conquista e per diffondere la necessità di difendere e proteggere i diritti di tutti, in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2022.

Si tratta di alcuni consigli di lettura tematici contenuti in una ricca bibliografia, comprensiva delle recenti acquisizioni della Biblioteca.

Il Comune ha inoltre raccolto alcune testimonianze preziose di donne straordinarie che dopo aver vissuto l’orrore dei campi di concentramento hanno voluto raccontare a tutti, e in particolare ai giovani, la loro esperienza, affinchè la memoria possa preservare l’umanità dal ripetersi di simili insensate crudeltà.

Le testimonianze sono le seguenti:

1 – La testimonianza di Goti Bauer, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti – 15.14 min.

Quando, nel 1938, entrarono in vigore le leggi razziali, Goti Bauer aveva 14 anni e viveva a Fiume con i genitori e un fratello minore. La sua famiglia tentò di trovare riparo in Svizzera. Ma fu venduta ai fascisti e ai nazisti. Nel maggio del 1944 cominciò il viaggio verso Auschwitz, dove Goti sentì spesso ripetere la frase: “Durch den Kamin”, da qui si esce solo attraverso il camino.

Nel lager Goti Bauer consolava le compagne deportate; tornata a casa, dopo la liberazione, è diventata la paladina della necessità di testimoniare.

La superstite si è sposata subito dopo aver ottenuto la libertà. Il marito, scomparso nel 2002, aveva voluto farle un “regalo”, offrendole di far cancellare il numero di matricola impresso a fuoco sul braccio. Una decisione che Goti accettò ma che oggi ritiene un errore: “Togliere il tatuaggio è stato inutile. Quel numero resta impresso nella nostra anima”.

2 – La testimonianza di Nina Benroubi, sopravvissuta ai campi di concentramento – 7.51 min. (sottotitolato in italiano)

Nata a Salonicco nel 1923, fu prigioniera a Bergen-Belsen per sei mesi nell’agosto del ’43. Un periodo più breve rispetto ad altri ebrei, perché Nina è di nazionalità spagnola, e la Spagna, al tempo delle deportazioni, era alleata della Germania pur non avendo accettato di legarsi all’Asse e di partecipare alla guerra.

I Benroubi appartenevano alla borghesia di Salonicco.

Nina racconta che fu lei stessa, inconsapevole, ad accompagnare alla stazione i genitori del fidanzato Alberto, che sarebbero saliti su uno dei convogli diretti in un campo di sterminio. Alberto, fuggito da Salonicco, divenne partigiano e fece un giuramento: non si sarebbe dato pace se non si fosse vendicato dei tedeschi.

Tornata a casa alla fine della guerra, dopo lunghe peripezie in giro per il Mediterraneo, Nina Banroubi racconta di essersi sposata con Alberto e di aver viaggiato insieme con lui instancabilmente, come se in questo modo potessero essere compensati di quanto subito dai nazisti.

3 – La testimonianza agli studenti di Liliana Segre – 1 h 29.44 min

La testimonianza della Senatrice a vita Liliana Segre, in occasione delle celebrazioni della “Giornata della Memoria”, in un incontro promosso dal Ministero dell’Istruzione con gli studenti presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano.

BIBLIOGRAFIA